The collage post Foto di Hannibal Height da Pixabay

Ogni edificio realizzato secondo principi tradizionali possiede un significato simbolico intrinseco che si ricollega all’universo. Le sue componenti e la loro disposizione sono concepite per rappresentare sia il macrocosmo, ovvero il mondo, sia il microcosmo, ossia l’essere umano. Tale valore simbolico si manifesta in modo particolarmente evidente in strutture architettoniche quali chiese e templi, la cui configurazione di base può prevedere una pianta quadrata sormontata da una cupola semisferica. In questo contesto, la forma quadrata simboleggia la Terra, mentre la cupola, di forma circolare, rappresenta il Cielo.

Un edificio può essere interpretato come una entità unitaria e, al contempo, molteplice. Quando osserviamo un edificio da una specifica angolazione, possiamo percepirlo come un’illustrazione del passaggio dall’unità all’incontro di molteplici elementi, incapsulato nel concetto del quaternario. Ad esempio, assistere a questa transizione dall’unità originaria verso una manifestazione più complessa può evocare il simbolismo presente in numerosi racconti religiosi e mitologici, i quali trattano il tema del ritorno all’unità.

Inoltre, un edificio potrebbe essere concepito secondo una disposizione orizzontale, dotato di una parte semicircolare a una delle estremità, la quale simboleggia il Cielo. Un esempio di ciò si può riscontrare in molte chiese orientate a est, che presentano tali caratteristiche. È importante sottolineare che la struttura architettonica è frequentemente dotata di un asse centrale, che funge da collegamento tra la Terra e il Cielo. Questo asse, pur non essendo sempre visibile, riveste un’importanza concettuale fondamentale nella tradizione architettonica.

In sintesi, l’architettura tradizionale non si limita a rispondere a esigenze funzionali; essa è intrinsecamente carica di significato simbolico, riflettendo una visione più profonda della realtà in cui ci troviamo a vivere. Attraverso di essa si stabilisce un dialogo significativo tra l’essere umano, la sua cultura e l’universo stesso.

Un simbolo che riassume questo concetto è la ruota, la quale rappresenta il mondo e il suo eterno viaggio. La circonferenza della ruota simboleggia ciò che si manifesta a partire dal suo centro. Questo simbolismo può assumere significati diversi, estendendosi a riferirsi tanto all’intero universo quanto a singole sue componenti.

Un esempio di rilevante importanza è il carro, nel quale le due ruote simboleggiano le varie componenti dell’universo. Tale concetto è frequentemente analizzato all’interno della tradizione spirituale. La costruzione di un carro presenta analogie con quella di un edificio, poiché entrambe le strutture riflettono un modello cosmico e possiedono un significato spirituale profondo.

Nel carro, l’asse centrale è simbolicamente identificabile con l’asse del mondo, analogo a un pilastro in un edificio. Alcuni testi descrivono quest’asse come un “soffio” che separa e, al contempo, unisce cielo e terra. Le due ruote, collocate agli estremi dell’asse, rappresentano rispettivamente cielo e terra, mentre il pilastro centrale funge da fulcro dell’universo.

Sebbene le ruote possano apparire simili, la loro forma circolare evoca i cicli della vita. È possibile osservare come la ruota della terra si presenti in modo piatto, mentre quella del cielo appaia a cupola, evidenziando una differenza simbolica.

Un oggetto che sintetizza la forma della ruota e quella della cupola è l’ombrello. Le sue stecche richiamano i raggi delle ruote e tutte si ricompongono verso un punto centrale, rappresentato da un globo.

All’interno di una tradizione culturale, sia gli oggetti che i mestieri rivestono un valore spirituale e possono fungere da base per esperienze sacre. L’ombrello, simbolo di regalità, offre protezione dai raggi solari e allude anche alla loro essenza.

Sia l’ombrello che il turbante possiedono significati distintivi nella regalità e possono simboleggiare, rispettivamente, il cielo e la terra. Entrambi questi simboli stabiliscono collegamenti tra diversi aspetti dell’esistenza, dal cosmico all’umano, riflettendo l’interconnessione di tutte le cose.

Nella tradizione medica e filosofica, il Sole è concepito come il centro dell’universo. La sua posizione nel cielo (sebbene appaia elevata) riveste un’importanza simbolica cruciale. È possibile immaginare l’universo come una vasta ruota, con il Sole al centro e ogni forma di esistenza disposta ai suoi lati.

L’asse del mondo rappresenta una linea immaginaria che attraversa il Sole e il centro dell’universo, con significati sia geometrico che spirituale. Pur apparendo invisibile in termini fisici, essa simboleggia il collegamento intrinseco tra ogni manifestazione dell’esistenza.

Si considera l’esistenza di sette raggi solari: sei di essi formano una croce tridimensionale, rappresentativa dei vari punti cardinali (nord, sud, est, ovest). Il settimo raggio, al contrario, riveste un significato particolare in quanto è in grado di attraversare il Sole per collegarsi a dimensioni superiori e spirituali. Ogni essere vivente è quindi intimamente legato al Sole tramite questo settimo raggio, il quale incarna un “ritorno al centro”, esprimendo un desiderio intrinseco di riconnettersi con la propria essenza profonda, in armonia con l’energia solare.

In questa prospettiva, la Cupola si configura come un simbolo emblematico di tale connessione universale. L’apertura situata sulla sommità della Cupola è rappresentativa del passaggio verso dimensioni superiori, simile al processo di attraversamento del Sole. La concezione di liberazione dell’anima trova la sua espressione in un punto specifico, corrispondente all’apertura della Cupola, che offre la possibilità agli esseri di trascendere il mondo materiale per accedere a dimensioni spirituali superiori.

Il Sole è concepito come fulcro dell’universo, con un simbolismo che unisce ogni essere all’idea di un centro spirituale. La Cupola, in tal senso, rappresenta metaforicamente la connessione tra il mondo materiale e quello spirituale, suggerendo che il transito verso una dimensione superiore si realizza attraverso un processo di riconnessione.

Questo concetto si riscontra frequentemente in molte tradizioni architettoniche, dove gli edifici presentano una base di forma quadrata e una cupola che può assumere la forma di un emisfero. La forma quadrata simboleggia la terra, mentre quella circolare o sferica rappresenta il cielo e il ciclo della vita. In numerose culture, la terra e il cielo sono concepiti come interconnessi, così come esiste un mondo intermedio tra di essi.

Ogni edificio che si conforma a questo schema architettonico dovrebbe comprendere tre componenti principali: una base quadrata, una cupola e un elemento di transizione tra i due, in quanto la cupola non può essere sostenuta direttamente dalla base. Questo elemento di transizione è rappresentato dall’ottagono, una forma che si avvicina sia al cerchio che al quadrato. Gradualmente, aumentando il numero dei lati di un poligono, esso tende a somigliare sempre di più a un cerchio.

L’ottagono costituisce il primo poligono regolare che può essere ottenuto raddoppiando il numero dei lati a partire dal quadrato, e simbolicamente rappresenta i quattro punti cardinali e le otto direzioni. Diverse tradizioni culturali associano queste direzioni a punti che rimandano a divinità.

Nell’ambito architettonico, il centro della base è frequentemente occupato da un focolare o un altare, i quali simboleggiano il mondo terrestre, mentre l’occhio presente nella cupola rappresenta il mondo celeste, concepito come una porta verso il cielo.

In particolare, edifici come i battisteri sono progettati secondo forme ottagonali, simboleggiando il passaggio da uno stato all’altro, ovvero dall’ambito terrestre a quello celeste. Storicamente, i battisteri erano collocati all’esterno delle chiese, e solo le persone battezzate potevano entrare al loro interno. Sebbene oggi la forma ottagonale abbia in parte perso il proprio significato originario, essa continua a essere presente in molte pratiche religiose, simboleggiando comunque un’importante transizione spirituale.

Infine, si può evidenziare un collegamento tra le otto direzioni, rappresentate dagli angeli che circondano il mondo, e il concetto di intermediario tra il mondo terrestre e quello celeste. Questo legame sottolinea l’importanza dell’interazione tra queste due dimensioni.

Nei testi cristiani, si riscontra spesso confusione tra la “pietra angolare” e la “pietra fondamentale”. La pietra angolare riveste un significato simbolico particolare, in quanto rappresenta Cristo, mentre la pietra fondamentale è riferita a San Pietro e agli apostoli. Cristo è dunque descritto come la pietra angolare su cui si fonda la Chiesa.

È fondamentale non confondere la figura di San Pietro con quella di Cristo. Sebbene San Pietro abbia un’importanza significativa all’interno della Chiesa, Cristo è riconosciuto come la vera pietra angolare, la base imprescindibile su cui tutto si sostiene.

La pietra angolare ricopre un ruolo essenziale nel completamento della costruzione di un edificio. Essa viene posizionata unicamente al termine del processo costruttivo, unendo tutte le parti e simboleggiando così l’unità e il principio di ogni cosa.
La pietra angolare assume un significato profondo, equivalendo a una “chiave di volta” che simboleggia il punto di unione e stabilità all’interno di un edificio. La sua forma e posizione le conferiscono un’importanza peculiare; nel contesto del simbolismo cristiano, essa incarna il principio divino da cui deriva il significato di ogni cosa.

Seppur la distinzione tra la pietra angolare e altri elementi sia inappuntabile, nel corso dei secoli sono emerse diverse interpretazioni e pratiche, talvolta determinate da nuovi contesti culturali, che hanno portato a una confusione dei ruoli di Cristo e di San Pietro. In alcune correnti tradizionali, la pietra angolare è paragonata a un diamante, simbolo di durezza, purezza e indistruttibilità. Questo confronto evidenzia l’importanza della pietra non solo come elemento architettonico, ma anche sul piano spirituale.

La riflessione sulla pietra angolare trascende la mera tradizione cristiana, rivelando un simbolismo che si riscontra in molteplici culture e discipline, tra cui l’alchimia, dove essa può essere interpretata quale “pietra filosofale”, simbolo di perfezione e realizzazione. La pietra angolare, pertanto, rappresenta un simbolo centrale nella fede cristiana, identificabile con Cristo e la sua funzione di unificazione all’interno della Chiesa. Gli apostoli e in particolare San Pietro, pur rivestendo un ruolo cruciale, non devono essere confusi con il significato primario della pietra angolare stessa.

L’espressione Lapsit Exillis, utilizzata da Wolfram von Eschenbach nei suoi scritti, si traduce come “la pietra caduta dai cieli”. Questo concetto evoca l’idea di un legame con il divino o con una verità superiore, la quale si trova in esilio sulla Terra. La pietra viene considerata un elemento simbolico che può essere paragonato ad altre forme, inclusa quella del Graal. Sebbene il Graal sia frequentemente interpretato come un vaso, risulta talvolta assimilabile a una pietra, dimostrando così come i simboli possano assumere molteplici significati.

Il testo fa menzione di una “pietra parlante”, capace di comunicare in vari modi, attraverso scritte o simboli. Tale concetto si ricollega a tradizioni antiche, in cui particolari oggetti erano ritenuti portatori di conoscenze o verità, rivelando una dimensione profonda e complessa della simbologia legata alla pietra angolare.

La Lia Fail, nota anche come la pietra del destino, è storicamente utilizzata per l’incoronazione dei re d’Irlanda e possiede caratteristiche analoghe a quelle della pietra di Wolfram, in quanto entrambe sono considerate provenienti dal cielo. Tanto la pietra di Wolfram quanto la Lia Fail vengono descritte come simboli di saggezza e sono associate a leggende di origine celeste.

All’interno della simbologia architettonica, la pietra angolare è intesa come il “vertice” di una struttura simbolica, mentre la pietra fondamentale rappresenta la sua base. Sebbene entrambe le pietre rivestano un’importanza fondamentale, esse occupano posizioni distinte, simboleggiando aspetti differenti della costruzione del significato. La pietra fondamentale può essere interpretata come un elemento di connessione tra il cielo e la terra, fungendo da legame tra il mondo umano e dimensioni cosmiche.

Le relazioni esistenti tra la pietra fondamentale e la pietra angolare vanno oltre una mera descrizione di un costrutto fisico; esse possono rispecchiare condizioni esistenziali e spirituali dell’essere umano, specialmente in metafore riguardanti il piano della coscienza. Qualsiasi entità collocata lungo un asse verticale, che simboleggia il legame tra cielo e terra, può rappresentare una varietà di stati o condizioni di uno stesso concetto, sottolineando l’interconnessione delle idee su diversi livelli di comprensione.

I simboli associati a una “pietra” possono rappresentare la conoscenza, la saggezza e la connessione tra il divino e l’umano, supportando un significato complesso e articolato attraverso riferimenti mitologici e storici.

Particolare attenzione merita il simbolismo della pietra angolare nelle tradizioni cristiane e islamiche, in cui il simbolo del Gammadion (o Gammadia) emerge come esempio centrale. La Pietra Angolare riveste un significato fondamentale in numerose tradizioni religiose, in particolare nel cristianesimo, dove Cristo è riconosciuto come la pietra angolare della fede. Il simbolo del Gammadion può manifestarsi in due forme: una di esse è costituita da quattro “squadre” (che appaiono come angoli) che convergono in un punto centrale. Ciò rappresenta l’idea di un incrocio e può essere interpretato come un simbolo dei quattro punti cardinali che circondano il centro.

Il simbolismo cristiano associa a Cristo la figura della pietra angolare. La rappresentazione del Gammadion, con le sue squadre o angoli, è vista come una manifestazione di Cristo stesso, simile alla figura della croce. Anche nell’Islam si riscontra un simbolismo affine, che coinvolge il Profeta Muhammad al centro, con i nomi dei suoi primi quattro seguaci (califfi) disposti agli angoli. In questo contesto, il Profeta è considerato la pietra angolare, ma la configurazione dei simboli differisce rispetto a quella cristiana.

Nel Cristianesimo, San Pietro è riconosciuto come la “pietra di fondamento” della Chiesa, evidenziando come i due simboli – cristiano e islamico – riflettano differenti interpretazioni e funzioni all’interno delle rispettive tradizioni di fede.
I diversi simboli, sebbene distinti tra loro, incarnano concetti fondamentali di stabilità e di fondamento spirituale all’interno delle tradizioni cristiana e islamica. In particolare, la pietra angolare si erge come un concetto centrale, rappresentando sia la solidità della fede che la continuità delle tradizioni spirituali. Essa simboleggia l’importanza di una base solida su cui edificare valori e principi, riflettendo la necessità di un legame profondo con le proprie radici spirituali, che accomuna entrambe le religioni.

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