The Collage Post

Per i primi due anni della Seconda guerra mondiale la Germania nazista e l’Unione sovietica erano alleate, pertanto nessuno dell’Unione sovietica aveva preso a cuore la sorte degli ebrei perseguitati da Hitler.

Nel ’41 due dirigenti polacchi del partito operaio ebraico Bund, Victor Alter e Henryk Ehrlich, appena liberati dalle prigioni staliniane, si rivolsero a Lavrentij Pavlovič Berija proponendogli l’istituzione di un comitato internazionale ebraico antifascista.

Il compito del comitato era quello di sostenere l’Unione sovietica negli Stati Uniti tramite la questione ebraica.

L’idea era piaciuta a Stalin, che per prima cosa aveva eliminato Alter e Ehrlich e in seguito aveva fatto riunire il comitato antifascista ebraico negli studi di Radio Mosca.

Il Comitato documentava le atrocità antisemite fatte dai nazisti nei territori dell’Unione sovietica. Da tali documenti doveva essere redatto un libro che doveva denunciare le azioni naziste verso gli ebrei.

Stalin aveva dato vita a una commissione letteraria che vigilasse sulla pubblicazione del manoscritto, che doveva narrare solo il vittimismo della popolazione e degli ebrei, tutti gli atti eroici degli ebrei erano stati censurati.

Il libro veniva pubblicato nel ’44 e nel ’45 negli Stati Uniti e solo nell’80 verrà pubblicato in Russia. Tra il 1948 e il 1952 i membri del comitato venivano interrogati, accusati di alto tradimento e condannati a venticinque anni. Stalin aveva impugnato la sentenza e chiedeva la pena di morte per gli imputati, che ottene.

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