
The collage post Foto di Joakim Mosebach da Pixabay
Gli antichi ebrei erigevano i propri altari utilizzando pietre grezze, simbolo di un rapporto diretto e naturale con Dio. Tale pietra rappresentava purezza e autenticità, in quanto non soggetta alla manipolazione umana. La massoneria, dal canto suo, ha reinterpretato il simbolo della pietra grezza, trasferendolo in un contesto profano e alchemico. In questa nuova dimensione, il simbolo non si limita a esprimere un legame spirituale con Dio, ma assume anche un significato associato a valori morali e sociali.
René Guénon evidenzia che molti massoni, similmente a numerosi cristiani, non riescono a cogliere appieno il significato originario dei propri simboli. Entrambi i gruppi si trovano ad affrontare una crisi di significato nell’odierno contesto contemporaneo. L’idea che un’organizzazione come la massoneria possa distorcere completamente il significato di un simbolo tradizionale viene criticata dall’autore, il quale considera tale posizione contraddittoria e inadeguata.
Si discute sull’evoluzione dei simboli nel contesto della massoneria e dell’ebraismo nel corso del tempo, facendo riferimento alla storia delle civiltà e alle condizioni ambientali. L’autore accenna all’evoluzione dell’uso della pietra grezza, il quale è passato da un simbolismo di natura spirituale a uno di carattere più pratico e sociale nel caso della massoneria.
La pietra grezza è interpretata come una materia prima, simboleggiando potenzialità e possibilità di trasformazione, mentre la pietra tagliata rappresenta la perfezione, ovvero il risultato finale del lavoro. Questo simbolismo ha subito una trasformazione significativa, spostandosi da un contesto religioso e tradizionale, quale quello ebraico, a interpretazioni più profane e sociali, come quelle massoniche. Si suggerisce, quindi, che entrambe le tradizioni, pur con i loro legami storici e culturali, affrontino sfide nella loro rilevanza e comprensione nel mondo contemporaneo.