The Collage Post Foto di Denny Franzkowiak da Pixabay

Il simbolismo della “pietra cubica a punta” e il suo collegamento con l’ascia è frequentemente considerato un elemento di potenza spirituale all’interno della tradizione massonica e in altre dottrine esoteriche. La pietra cubica a punta possiede una tradizione documentata che ha suscitato sorpresa in alcuni studiosi del simbolismo. In particolare, l’immagine di un’ascia in equilibrio sulla piramide ha sollevato interrogativi tra gli accademici. Si ipotizza che l’ascia possa rappresentare la lettera ebraica “qoph”, la quale simboleggia la forza e la potenza, sia a livello materiale che spirituale.

L’ascia, collocata sulla piramide, che è a sua volta rappresentativa di un elevato punto di potere spirituale, suggerisce che essa non sia semplicemente un oggetto, ma un simbolo di potenza spirituale. Inoltre, la tradizione araba associa la lettera “ qâf” con il concetto di polo, inteso come un punto fisso in un mondo in continuo movimento. Questa lettera è anche correlata alla Kaabah, significativo punto spirituale che presenta una forma cubica simile a quella della pietra cubica a punta. In tal senso, il cubo rappresenta il mondo materiale, mentre la piramide, invisibile e spirituale, si erge sopra di esso, simboleggiando una gerarchia spirituale.

Così, la pietra cubica a punta e l’ascia si configurano non solo come meri oggetti fisici, ma come simboli ricchi di significato spirituale e potenza, collegandosi a tradizioni esoteriche di ampio respiro.

Inoltre, il termine “Etiopi” viene tradotto come “ viso bruciato”, rimandando a un popolo di razza nera. Gli antichi cinesi si rappresentavano anch’essi come appartenenti a una razza nera. I vari popoli tendevano a identificarsi o a definirsi “neri”per simboleggiare il principio della non manifestazione, ovvero l’immortale, comunemente designato come Sé. Il colore nero è legato alla testa o al viso, i quali rappresentano le idee del vertice e del principio stesso.

René Guénon si dedica a esplorare il significato simbolico della lettera “G” nella massoneria, comparandola con la lettera “ I” e con concetti di geometria e divinità. Nella tradizione massonica, la lettera “G” è frequentemente interpretata come rappresentativa di Dio (in inglese “ God” ) e della geometria. Guénon propone che “G” non sia una semplice lettera moderna, ma possieda radici più profonde, collegate alla tradizione e al concetto di unità divina. In particolare, la lettera “G”” assume un significato di particolare rilievo come simbologia di Dio, identificato come il “Grande Geometra dell’Universo”.

Un catechismo massonico specifica che la “G” denota la “geometria” come una delle scienze fondamentali, poiché quest’ultima è vista come una disciplina incarnante ordine e armonia, valori essenziali nella filosofia massonica. Guénon stabilisce un parallelo tra la lettera “I”, quale rappresentazione di un principio divino, associandone la forma a strumenti quali la squadra (utilizzata in geometria). Tale connessione delinea un legame tra l’unità divina e l’ordine geometrico.

Diverse interpretazioni riguardano il significato della lettera “G” all’interno della tradizione massonica. Alcuni studiosi suggeriscono che “G” possa riferirsi anche ad altri concetti, come il principio della geometria, pur non escludendo il riconoscimento della figura divina. Inoltre, René Guénon evidenzia uno stretto legame tra la lettera “G” e simboli antichi quali la swastika, la quale rappresenta il movimento e l’energia cosmica, collegandosi così all’idea di unità e continuità nell’universo.

In sintesi, l’analisi di René Guénon rivela che la lettera “G” nella massoneria non è una semplice lettera, ma un simbolo denso di significato spirituale e geometrico, capace di connettere la divinità e l’ordine dell’universo. Questo riflette una tradizione nella quale tali simboli vengono impiegati per trasmettere valori e conoscenze profonde.

0Shares