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I Cinesi sono l’unico popolo che fin dall’origine della sua tradizione ha sempre datato gli annali in base a osservazioni astronomiche accurate.

La tradizione cinese risale a circa 3700 anni prima del cristianesimo.

La storia della Cina inizia con l’imperatore Fou-Xi il quale, per fissare i principi della tradizione, fece uso di simboli lineari della tradizione.

La scrittura ha un tratto continuo, che poi viene spezzato in diverse forme. Questi segni rappresentano due principi opposti e complementari: lo Yang (attivo, maschile) e lo Yin (passivo, femminile). Insieme, questi due principi sono alla base di tutto ciò che esiste nell’universo. L’idea è che da un’unità suprema (un principio universale) nasca una polarizzazione, da cui emergono combinazioni di Yang e Yin. Queste combinazioni danno origine a qualcosa di più complesso, come gli otto trigrammi (chiamati koua), che sono simboli fondamentali in molte filosofie orientali. Fou-Xi tracciò questi trigrammi dopo aver osservato il cielo e la Terra, notando anche le caratteristiche del corpo umano. Questo processo rappresenta un legame tra l’universo (cielo e terra) e l’essere umano. L’essere umano è visto come una sorta di ponte tra cielo e terra. Solo un uomo che ha sviluppato completamente le proprie capacità può bilanciare e contribuire a mantenere l’armonia tra questi due aspetti. Infine, si racconta che Fou-Xi vide un dragone emergere dal fiume, un simbolo di potenza che univa le forze del cielo e della terra, e che portava i trigrammi scritti sul dorso. Questo dragone rappresenta l’unione e l’armonia tra gli elementi naturali e le leggi dell’universo. In sintesi, le relazioni tra i principi opposti di Yang e Yin, l’importanza dell’uomo come mediatore tra cielo e terra e l’origine dei simboli fondamentali che esprimono queste idee.

Nella tradizione cinese e, in particolare, sottolineata l’importanza dei trigrammi, che sono simboli usati nello “Yi King” (o “Libro dei Mutamenti”), un testo fondamentale della filosofia cinese. Questo libro fu scritto da Fou-Xi e rappresenta una sintesi di conoscenze metafisiche e pratiche applicabili a diversi ambiti come l’astronomia, la medicina e la divinazione.

Lo “Yi King” è molto conciso e può essere interpretato in modi diversi, a seconda del contesto in cui viene applicato. Sin dall’inizio, contiene la potenzialità di svilupparsi in varie scienze e discipline, molte delle quali non sono state esplorate in occidente. Con il passare del tempo, le applicazioni e le interpretazioni dello “Yi King” si sono evolute, anche in risposta ai cambiamenti sociali e storici della Cina, specialmente nel VI secolo a.C., un’epoca di grandi trasformazioni.

In questo contesto, due dottrine principali emersero: il Taoismo e il Confucianesimo, fondate rispettivamente da Lao-tseu e Confucio (K’ong-tseu). Sebbene queste due filosofie possano sembrare diverse, entrambe si collegano agli insegnamenti originari e si svilupparono in un periodo in cui il pensiero tradizionale era in evoluzione.

Si racconta che Lao-tseu e Confucio si siano incontrati e, durante il loro colloquio, Lao-tseu condivise la sua visione sulla saggezza, enfatizzando l’importanza della modestia e della riservatezza. Confucio, impressionato, descrisse Lao-tseu con l’immagine del drago, simbolo di grandezza e mistero. In sintesi, l’incontro tra i due filosofi rappresenta un momento significativo nella storia della filosofia cinese, mostrando come le idee possono interagire e svilupparsi nel tempo.

Nella tradizione filosofica dell’Estremo Oriente, si sono sviluppate due correnti principali. La prima è quella che si concentra sulla metafisica, cioè sulle questioni profonde e astratte riguardanti la realtà, la natura dell’esistenza e così via. Questa corrente include anche le scienze tradizionali che esplorano questi temi in modo speculativo e cognitivo.

La seconda corrente, invece, è più pratica e si occupa di questioni sociali ed applicative, cioè riguarda come vivere bene nella società, come comportarsi e come gestire le relazioni umane.

Il pensatore K’ong-tseu (o Confucio) riconosceva di non essere arrivato a una vera comprensione metafisica, pur conoscendo i simboli e le tradizioni del passato. Questo significa che, pur avendo una buona conoscenza delle idee tradizionali, non riusciva a penetrarne il significato più profondo. Di conseguenza, il suo lavoro si limitava a questioni pratiche che riguardavano la vita quotidiana e non andava oltre.

Tuttavia, K’ong-tseu non negava mai ciò che superava la sua comprensione. Purtroppo, non tutti i suoi discepoli condividevano questa umiltà. Alcuni di loro, spinti da un certo esclusivismo, tendevano a rifiutare le idee più ampie e profonde, attirando così l’attenzione polemica degli esperti taoisti dell’epoca, che facevano spesso ironia su di loro.

In sintesi, emerge una contrapposizione tra due visioni: una più speculativa e filosofica e l’altra più pratica e sociale, con K’ong-tseu che si colloca principalmente nella seconda, pur riconoscendo i limiti della sua comprensione.

Il Confucianesimo e il Taoismo non devono essere visti come concorrenti. Hanno ambiti distinti, ma possono coesistere senza conflitti. Questo è un fenomeno normale in molte civiltà, dove si possono trovare autorità spirituali e poteri temporali che operano in armonia.

Entrambi i pensatori, Confucio (K’ong-tseu) e Laozi (Lau-tseu), cercarono di attingere dalle tradizioni antiche e non volevano presentare idee unicamente personali. Il loro approccio contrasta con l’individualismo moderno occidentale, poiché mette l’accento su tradizioni consolidate piuttosto che sull’originalità a tutti i costi. Le istituzioni sociali cinesi sono molto stabili e sono basate su valori familiari e sulla solidarietà tra le famiglie. Questa stabilità è evidente nella storia cinese che si estende per secoli, anche durante periodi turbolenti.

A differenza di molte civiltà occidentali, che possono includere gruppi con origini diverse, la civiltà cinese si basa su un concetto di stirpe, ovvero l’idea di unità tra le famiglie che discendono da un comune capostipite. In Occidente, spesso si tende a considerare il Confucianesimo come una forma di positivismo orientale, ma in realtà è molto di più. È un sistema tradizionale che si fonda su principi superiori e valori altruisti, che a volte vengono ignorati o sottovalutati.

Laozi ha scritto un solo testo fondamentale, il “Tao-te-king”, che è considerato la base della filosofia taoista. Gli altri testi taoisti sono in gran parte commentari o sviluppi successivi di questo libro. Gli insegnamenti inizialmente si trasmettevano in forma orale.

In sintesi, il confucianesimo e il Taoismo sono due aspetti complementari della cultura cinese, entrambi radicati in un’idea di tradizione e stabilità, ma con criteri e approcci distinti.

Il “Tao” è il principio supremo e il “Te” è l’applicazione di questo principio all’essere umano.

Il termine “Tao” si traduce letteralmente come “via”. Rappresenta l’origine e la fine di tutte le cose nel mondo. È un principio metafisico fondamentale. Può essere visto come la legge universale che regola l’esistenza.

“Te” è una specificazione del “Tao” e si riferisce a come un essere, come ad esempio un essere umano, dovrebbe vivere per essere in armonia con il Tao. In altre parole, è la via di realizzazione personale che ogni individuo deve seguire.

Il Taoismo non si concentra sull’azione esteriore, ma piuttosto sul concetto di “non agire” (wu wei). Questo non significa essere passivi o inerti, ma piuttosto agire in modo naturale e armonioso, senza forzature.

Il non agire è considerato una forma di attività intensa e interiore, in connessione con il Tao, ed è quindi molto diverso da una semplice inattività.

Mentre il Confucianesimo si concentra sulle azioni sociali e sui doveri civici, il Taoismo pone l’accento sulla connessione interiore con il principio universale, ritenendo che l’essenza della vita risieda nel distacco e nella serenità interiore. I saggi taoisti raggiungono uno stato di pace e impassibilità, in cui sono al di sopra delle emozioni e delle preoccupazioni del mondo.

La vera comprensione del Tao e del non agire è vista come una realizzazione profonda e trascendente, portando alla conoscenza della verità universale e alla libertà dalle altrui apparenze.

In sintesi, il Taoismo invita a una riflessione interiore profonda piuttosto che all’azione frenetica, proponendo un modo di vivere che segue le leggi naturali dell’universo.

Un principio fondamentale secondo cui un essere superiore, rappresentato come un “spirito immobile”, governa l’evoluzione delle cose senza intervento diretto. Questo “spirito” è descritto come un’entità che non si lascia coinvolgere dalle emozioni o dalle azioni gestite da altri, mantenendo una calma e un’indifferenza profonde. Non si tratta di una mancanza di coraggio o di un rifiuto di affrontare situazioni difficili, ma di una consapevolezza che va oltre l’apparente caos della vita.

L’idea centrale è che, sebbene questo spirito possa esercitare il potere e guidare gli uomini, sceglie di non farlo attivamente, permettendo invece alla vita di seguire il suo corso naturale. La vera saggezza, quindi, sta nell’essere in grado di osservare e comprendere senza cercare di controllare o manipolare gli eventi.

René Guénon introduce anche una riflessione sulla conoscenza. Mentre molte persone si perdono in dettagli superficiali e dispute intellettuali, chi possiede una vera comprensione vede oltre queste questioni insignificanti. La vera conoscenza è considerata qualcosa di più profondo e non può essere limitata dai confini della scienza tradizionale o delle opinioni comuni.

La calma interiore e la saggezza di non intervenire attivamente conducono a una forma di leadership e comprensione superiore. Questo approccio è visto come una risposta più efficace e profonda alla gestione della vita e delle relazioni umane.

René Guénon affronta concetti di saggezza, equilibrio e unità della conoscenza attraverso una metafora. Le persone comuni sono spesso limitate da punti di vista diversi e conflittuali, che sorgono dalla loro diversità e interazione con il mondo.

Al contrario, il saggio ha superato queste differenze. Si trova in un punto centrale dove non esistono più opposizioni. Qui, le contraddizioni si risolvono in un perfetto equilibrio.

Nel punto di equilibrio, il saggio percepisce la realtà in modo unitario, vedendo oltre le differenze superficiali. Questo stato è descritto come “primordiale”, dove non ci sono distinzioni e tutto è connesso. Il saggio non è influenzato dalle opinioni altrui, né si lascia coinvolgere in conflitti. La sua esistenza è radicata nell’infinito e nel principio universale, quindi non ha rivali o avversari.

Questa comprensione profonda gli permette di vedere il mondo in modo diverso rispetto alla maggior parte degli esseri umani, che si lasciano trascinare da dispute minute.

Il saggio agisce in modo simile a un uomo che gestisce le scimmie, che offre sempre lo stesso numero di arance per mantenerle contente, senza creare conflitti. Così, il saggio risponde con saggezza “sì” o “no”, per mantenere la pace e la serenità.

Infine, viene detto che raggiungere questo stato di saggezza richiede sforzo e dedizione, e non è alla portata di tutti. È un percorso che richiede introspezione e pazienza, lontano da conflitti e contraddizioni.

In sintesi, si enfatizza l’importanza di vedere la realtà con occhi nuovi, riconoscere l’unità dietro le diversità e trovare un equilibrio interiore per vivere in armonia.

Le differenze tra il Taoismo e il Confucianesimo, due tradizioni culturali e filosofiche cinesi, evidenziano anche il motivo per cui il Taoismo è meno conosciuto e accessibile rispetto al Confucianesimo. I metodi del Taoismo sono ritenuti difficili da seguire e l’aiuto che forniscono è limitato rispetto ad altre tradizioni spirituali, come quella indiana.

Il Taoismo è una dottrina molto chiusa e riservata, destinata solo a un gruppo ristretto di persone (un’élite). Non è volta ad essere diffusa o a cercare seguaci, ed è riservata a chi è in grado di comprenderla e praticarla. Si dice che il fondatore del Taoismo, Lao-tseu, insegnasse a pochi discepoli e che il suo sapere sia rimasto inaccessibile a molti. Questo è in contrasto con il Confucianesimo, che è più orientato alla vita sociale e che tutti possono studiare e applicare nelle loro vite quotidiane. Il Confucianesimo affronta i rapporti sociali e le pratiche quotidiane, rendendolo più comprensibile e utile per la maggior parte delle persone. È una dottrina che si manifesta chiaramente nella vita sociale cinese. In India, al contrario, c’è una tradizione religiosa (il Brâhmanesimo) che unifica le diverse pratiche spirituali, mentre in Cina il Taoismo e il Confucianesimo presentano una divisione più netta tra pratiche interiori e esteriori. Il Taoismo è meno conosciuto in Occidente e non ha avuto la stessa diffusione del Confucianesimo. Anche se esiste e ha un’influenza, molti pensano che non abbia un grande impatto sulla vita quotidiana delle persone. Il Taoismo è visto come una tradizione esoterica, difficile da apprendere e applicare, mentre il Confucianesimo è più accessibile e rilevante per le relazioni sociali quotidiane.

Il Taoismo agisce direttamente, ma esprime una forma di influenza “invisibile” che guida gli eventi. Invece di partecipare attivamente alle azioni, il Taoismo si mantiene distaccato, permettendo di osservare i cambiamenti senza intervenire in modo diretto.

Il Taoismo è paragonato a un perno attorno al quale gira una ruota, rappresentando un centro immutabile in un mondo in costante cambiamento. Mentre tutto attorno a questo centro cambia, il Taoismo rimane costante e offre una base alla quale le trasformazioni possono essere collegate. Solo pochi, definiti “saggi”, raggiungono questo centro e comprendono la vera essenza dell’influenza del Taoismo. Gli altri, che non sono al centro, agiscono come intermediari, trasmettendo le influenze da questo punto centrale verso il mondo esterno.

Per le persone che guardano solo alla superficie delle cose (come molte persone occidentali), queste idee possono sembrare strane o incomprensibili. La maggior parte delle organizzazioni, che possono sembrare più concrete e chiare, sono in realtà temporanee e meno significative rispetto a quelle più profonde e invisibili, che operano in modo più sottile.

Si fa riferimento a leggende antiche, come quella dei maestri che creano soldati da semi, per mostrare che ci sono significati simbolici profondi in queste storie che vanno oltre l’apparenza e offrono insegnamenti sulla vera natura della realtà.

Il Taoismo ha un ruolo profondo e spesso invisibile nel plasmare gli eventi del mondo, operando come un principio stabile che influisce su tutto. Inoltre, la comprensione di questo ruolo richiede una visione oltre la superficie delle cose, perché molte delle influenze più importanti non sono sempre visibili.

In certi casi, ci sono associazioni (o sistemi di pensiero) che sembrano in contrasto tra loro. Alcuni potrebbero vedere questo conflitto come prova che non c’è unità in Italia (o in generale) in questi orientamenti, dimenticando però che l’unità può esistere anche al di là di tali opposizioni. L’autore menziona il concetto taoista secondo cui il “sì” e il “no” sono equivalenti e che esiste una distinzione primordiale. Questo implica che le opposizioni apparenti non sempre indicano una mancanza di coesione più profonda.

Si sottolinea come la realtà influenzi il Taoismo e che, sebbene questo possa rimanere invisibile, è comunque fondamentale. Si osserva che questa filosofia si è rivelata costante nel contesto cinese, mentre il mondo occidentale tende a interpretare le situazioni in modo distorto. secondo il Taoismo, il “saggio” rimane calmo e stabile al centro delle vicende cosmiche, senza essere influenzato dalle distruzioni o dalle turbolenze esterne.

Il messaggio centrale è che, nonostante le apparenti opposizioni e crisi, c’è una coerenza e una stabilità più profonda, rappresentate dal Taoismo, che trascende le contingenze storiche.

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