The collage post Foto di Şinasi Müldür da Pixabay

In questo articolo parlerò di una donna molto intelligente, la quale ha abbattuto le sue credenze abbracciando usanze diverse dalle sue per salvaguardare la salute dei suoi figli e degli altri.

Il suo nome è Mary Wortley Montagu.

La donna si era sposata per amore con Edward Wortley Montagu nel 1712. I due giovani avevano fatto una fuga d’amore perché entrambi erano infastiditi dalle trattative matrimoniali tra le due famiglie. I due si unirono in matrimonio con una cerimonia privata.

Quattro anni dopo il matrimonio Edward era riuscito a farsi nominare ambasciatore della Turchia, mentre Mary era molto ammirata intellettualmente dai critici londinesi nonostante la sua bellezza fosse stata colpita duramente dal vaiolo.

A causa della malattia contratta, Mary aveva timore delle epidemie, endemie e pandemie. Ella sapeva che durante un viaggio era altamente possibile ammalarsi di malattie contagiose come la peste.

Durante il viaggio per andare in Turchia, Mary nelle sue lettere descriveva minuziosamente i luoghi dove sostavano.

La cultura umanistica, la cultura anglicana, la tradizione filosofica e politica degli ambienti frequentati rendono Mary una testimone di particolare importanza.

Durante la sosta a Belgrado, Mary si confrontò con un raffinatissimo intellettuale che aveva una perfetta conoscenza dell’arabo. L’intellettuale spiegò a Mary le composizioni di poesia araba. Mary notò che tali composizioni avevano metriche simili a quelle occidentali con versi spesso alternati, con un suono musicale. Le espressioni usate nella poesia erano vivaci e appassionate.

Arrivata in Turchia, Mary descrisse nelle sue lettere il palazzo nel quale risiedeva. L’esterno delle case in Turchia era genericamente in legno. Ogni casa facente parte dei beni del sultano alla morte del proprietario ritornava a disposizione del sultano ed era per questo che nessuno si preoccupava di fare grandi spese. Esternamente le case erano modeste in legno, ma all’interno erano sontuose. Sia l’appartamento del padrone di casa sia l’harem davano su dei cortili o giardini e erano ben ammobiliati. Le camere avevano tutte il pavimento coperto di tappeti persiani. Mary adorava il suono e la frescura che emettevano le fontane di marmo nella parte bassa delle stanze. Mary narrava nelle sue lettere che alla morte del sultano i suoi figli si sfidavano a morte finché non rimaneva in vita solo uno.

Grazie alla sua condizione sociale ed essendo donna, Mary poteva accedere al bagno turco e all’harem.

Il bagno turco era costituito in pietra a forma di duomo senza finestre. Formato da cinque padiglioni circolari congiunti fra di loro, quello più esterno è più piccolo e serviva da entrata, dove stava alla porta un custode al quale si dava l’equivalente di una corona. La camera successiva era molto grande con pavimenti in marmo e tutt’intorno due alti sofà in marmo. Erano presenti quattro fontane d’acqua fredda, nella prima delle quali l’acqua cadeva in bacili di marmo e poi scorreva sul pavimento in canaletti appositi, che portavano il flusso alla stanza accanto, un po’ più piccola e con lo stesso tipo di sofà, ma molto calda per i vapori di zolfo che arrivavano dai bagni vicini. Gli altri due padiglioni erano i bagni caldi, uno dei quali aveva dei rubinetti d’acqua fredda.

Le donne turche ritengono che se la donna non ha figli significa che è troppo vecchia, anche se il volto dice il contrario. Il risultato è che le signore prendono qualsiasi intruglio che può provocare loro la morte per rimanere incinte. Tutte le donne sposate da dieci anni hanno dai dieci agli undici figli. E le donne anziane si vantano di aver avuto dai venti ai venticinque figli e la loro rispettabilità si basa sul numero dei figli. Se si chiede loro come pensano di mantenere tutti questi figli, rispondono che le epidemie gliene uccidono almeno la metà. Le donne turche non hanno molto da temere dal risentimento dei mariti, dato che quelle ricche hanno in mano tutto il loro patrimonio, che portano con sé in caso di divorzio, con un’aggiunta che egli è obbligato a dare.

In Turchia Mary scoprì il metodo dell’inoculazione. Tale metodo serve a rendere innocuo il vaiolo. La persona che si sottopongono all’inoculazione possono avere delle pustole, ma nel giro di otto giorni si ritorna come prima. Dopo che capì che la pratica di vaccinazione era sicura, Mary sottopose suo figlio a tale vaccinazione. Questa pratica era sconosciuta in Europa.

Delle figure molto importanti erano i Dragomanni nei rapporti con l’Oriente. Essi sono sia traduttori ufficiali sia mediatori per le trattative diplomatiche giuridica e commerciale.

Le ricerche scritte sull’inoculazione cadono in un silenzio assordante. Mary dà alla luce la secondogenita.

La permanenza in Turchia di Mary e della sua famiglia finì con la pace sul territorio, ma nessun riconoscimento venne attribuito al marito di Mary.

Nel 1721 il vaiolo arrivò nel Regno Unito e nel Massachusetts. In quest’occasione Mary fece inoculare la figlia ed ella fu la prima persona del Regno Unito a essere inoculata.

La pratica dell’inoculazione fu molto dibattuta negli ambienti aristocratici. Quando in un villaggio una decina di persone si ammalava di vaiolo, i rimanenti abitanti venivano inoculati.

Tale pratica non era esente da rischi: per ogni morto causato dall’inoculazione la ricerca si arrestava. Il binomio donna-scienza suscita perplessità e intolleranza perché il metodo era praticato da donne in Oriente e proposto in Occidente da donne.

Nel 1951 in Francia l’Enciclopedia contiene un lungo articolo sull’inoculazione.

Nel 1761 a Londra arrivò un’altra ondata di vaiolo: la tecnica dell’inoculazione era opportuna ma non sicura.

Questa è stata l’origine dei vaccini: non si sa come siano nati, ma il loro sviluppo è stato tortuoso.

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