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In alcune civiltà arcaiche è presente uno strumento rudimentale chiamato bastone ritmico. Quest’ultimo ha una grossa canna generalmente di bambù e vuota con la quale l’indigeno batte il suolo o segna la cadenza o più esattamente il passo di danza.
Questo strumento svolge un ruolo considerevole nei riti religiosi degli Apopocuva-Guarani. Il suono prodotto deve facilitare l’ascensione dell’intera tribù verso il Paradiso.
Presso gli antichi Maori grossi bambù di diverse dimensioni erano aperti a una estremità. Li si faceva risuonare battendoli sul suolo.
Il bastone suona per la sua cavità, mentre la vibrazione del sonaglio si ottiene attraverso una proiezione e un cozzare degli oggetti racchiusi.
All’origine il tamburo era una semplice cavità di risonanza il cui orifizio coperto veniva battuto.
Lo xilofono nasce da una fossa su cui si adagiano due travi di legno sulle quali si sistemano trasversalmente diversi bastoni di differente spessore senza fissarli. Su quest’ultimi si batte con le bacchette. La presenza di una fossa di risonanza ci riporta al tamburo.