The Collage Post Foto di Enrique Meseguer da Pixabay

La fiaba di “Cappuccetto Rosso” ha tante versioni.

La versione data da Perrault non lascia alcuna sorta di immaginazione, anzi dice in un modo molto esplicito il vero significato della storia.

In questo articolo andremo ad analizzare la versione della fiaba dei fratelli Grimm.

In “Cappuccetto Rosso” il lupo è un seduttore e divora per nutrirsi.

Nella casa di Cappuccetto Rosso regna l’abbondanza, che la bambina avendo superato la propria ansietà orale condivide con la nonna portandole del cibo.

Fuori dalla casa di Cappuccetto Rosso c’è una strada ben nota da cui sua madre l’avverte che non bisogna allontanarsi. La bambina abbandona la propria casa volontariamente. Il mondo al di là della casa è troppo seducente e induce la bambina a comportarsi secondo il principio del piacere e quindi si possono fare incontri distruttivi. Cappuccetto Rosso è divisa tra il principio di piacere e il principio di realtà e questo viene fuori quando il lupo le fa notare i fiori.

In questa fiaba il maschio ha una natura contraddittoria: le tendenze egoistiche, asociali, violente, potenzialmente distruttive dell’Es (il lupo); e le propensioni generose sociali, sollecite e protettive dell’io (il cacciatore).

La figura dell’uomo rappresenta anche tutti quegli aspetti asociali e sensuali presenti in noi.

Cappuccetto Rosso risponde in modo dettagliato alle domande del lupo e fa di tutto per essere trovata da lui. La nonna dà alla nipote un mantello rosso: questo è un simbolo di sensualità.

Il lupo rappresenta l’es, mentre il cacciatore rappresenta l’io e il super-io della personalità del bambino.

Cappuccetto Rosso perse l’innocenza dell’infanzia, ma ebbe in cambio la saggezza che soltanto chi è nato due volte può avere.

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