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Una fiaba poco nota dei fratelli Grimm è L’ape regina. Questa favola può illustrare la lotta simbolica fra l’integrazione della personalità e la disgregazione caotica.

Un’ape può produrre un dolcissimo miele, ma può anche pungere e far male.

Nella fiaba L’ape regina i due fratelli maggiori partono per far fortuna e vivono un’esistenza dissoluta e non fanno più ritorno a casa. Essi vivono un’esistenza dominata dall’Es, senza nessun riguardo per le esigenze della realtà o le giustificate richieste del Super-io. Il terzo figlio, chiamato Sempliciotto, parte alla ricerca dei fratelli e grazie alla sua costanza riesce a trovarli. Egli viene preso in giro dai fratelli perché non riesce ad affrontare le avversità della vita. Egli farà uso delle sue risorse interiori rappresentate dagli animali che intervengono in suo aiuto.

Durante il viaggio intorno al mondo i tre fratelli arrivano davanti a un formicaio. I due fratelli vogliono distruggere il formicaio, mentre Sempliciotto impone ai due fratelli di non molestare gli animali. Il giorno dopo i tre fratelli arrivano dinanzi a un lago con delle anatre. I due fratelli vogliono uccidere qualche anatra per mangiarsela, ma Sempliciotto si oppone. Il giorno seguente i tre fratelli arrivano davanti a un’arnia. I due fratelli vogliono distruggere l’arnia, ma Sempliciotto si oppone. Alla fine del terzo giorno i tre fratelli arrivano a un castello dove tutto è stato tramutato in pietra tranne un omino. Quest’ultimo offre ai tre fratelli ospitalità per la notte. Il giorno dopo l’omino sottopone a tre prove il primo fratello. La prima prova consiste nel recuperare le perle sparpagliate nel bosco. La seconda prova consiste nel recuperare nel lago una chiave. La terza prova consiste nello scegliere fra tre principesse addormentate e di identico aspetto la più giovane e la più amabile. Il fratello maggiore fallisce, così come il secondo fratello. Quando viene il turno di Sempliciotto di affrontare le tre prove, egli viene aiutato dalle formiche che gli portano le perle, dalle anatre che gli portano la chiave e infine dall’ape regina che gli suggerisce la fanciulla da baciare. L’incantesimo si rompe e Sempliciotto eredita il regno e sposa la principessa.

I due fratelli, che non mostrano sensibilità alle esigenze dell’integrazione della personalità, non riescono a mostrarsi all’altezza dei compiti imposti dalla realtà. Insensibilità a tutto tranne ai pungoli dell’Es.

Sempliciotto (cioè l’io) nonostante le sue evidenti virtù, e benché ubbidisca alle richieste del suo Super-io che lo avverte che è male voler molestare senza ragione o uccidere, è da parte sua anche incapace di soddisfare le esigenze della realtà come lo sono stati i fratelli. Soltanto quando la natura animale è stata accettata positivamente, riconosciuta importante e messa in accordo con l’Io e il Super-io, estende il suo potere all’intera personalità.

Lungi dal suggerirci di asservire la natura animale al nostro Io o al nostro Super-io, la fiaba mostra che ogni elemento deve ricevere quanto gli compete; se sempliciotto non avesse dato retta alla sua intima bontà (Super-io) e non avesse protetto gli animali, queste rappresentazioni dell’Es non sarebbero mai intervenute in suo aiuto. Le formiche rappresentano l’elemento terra, le anatre rappresentano l’acqua e le api rappresentano l’aria. Soltanto con la cooperazione dei tre elementi si raggiunge il successo.

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