THE COLLAGE POST

L’Odissea, essendo scritta in un periodo molto più vicino al matriarcato, è antimisogena. Secondo Graves l’Odissea è stata scritta da una donna perché il culto femminile in questo poema è evidentissimo.

Successivamente si ha il racconto biblico di Abramo e Isacco.

Su ordine di Dio, Abramo dovrà offrire il figlio Isacco in sacrificio. Durante il tragitto verso il luogo del sacrificio i due vengono a contatto con una persona che mette in guardia Isacco e cerca di dissuadere Abramo a fare il sacrificio. Questa persona viene identificata come Satana. Quest’ultimo si trasforma in un ruscello che cerca di sbarrare la strada a padre e figlio.

Le parole sensate di satana nel dissuadere i due vengono indefinite tentazioni. La complicità tra la donna e satane è indicata dalla trasformazione di satana nel ruscello che è l’acqua corrente Cancro-Luna. Guardando il ruscello imperterriti versomla montagna, padre e figlio si dimostrano capaci di superare le remore di una mentalità matriarcale.

L’obbedienza di Abramo viene premiata da una ricompensa divina, mentre ribellarsi all’ordine viene considerata come una tentazione diabolica.

Chi ha una dialettica del codice zodiacale e con la psicoanalisi può fare a questo punto interessanti considerazioni: il sacrificio coincide con uno dei radicati desideri patriarcali, quello di castrare o di sopprimere il figlio pubere, qual era il giovane Isacco.

Da alcuni meccanismi psichici scoperti di recente: una colpa, vissuta come aspirazione, viene trasformata, o sublimata, in un atto di coraggio o di fede.

Occorre partire dal presupposto, oggi comunemente accettato, che il desiderio di castrare il figlio pubere sia un desiderio “naturale” e che altrettanto “naturale” sia il senso di colpa che lo accompagna.

Il tema dominante del racconto è l’obbedienza cieca e assoluta. Qualsiasi giudizio morale sull’ordine ricevuto, qualsiasi dubbio sulla validità, opportunità e saggezza vengono considerati tentazione diabolica da respingere a ogni costo. L’esatta esecuzione del messaggio è anteposta all’analisi, alla riflessione, insomma alla razionalità, qui rappresentata da Satana.

Il condizionamento dell’obbedienza è così forte che quando l’angelo dà il contrordine, anche questo viene eseguito a occhi chiusi.

Abramo non vede alcuna relazione tra l’atto di misericordia di Dio e quello di Satana.

Ci dice che la sostituzione del figlio con un animale sacrificale poté avvenire solo quando la lezione d’obbedienza, ossia il condizionamento voluto dal messaggio, era stata perfettamente imparata.

Ne è la prova quel superamento delle tentazioni sataniche che Abramo compie senza esitare un attimo e che riassumono sincreticamente tutta una serie di possibili esitazioni precedenti, ossia tutta una serie di legami con una mentalità che non era ancora perfettamente patriarcale.

Con Abramo patriarca-archetipo inizia una fase nuova, che ben presto uscirà dall’involucro del mito per diventare fatica abituale, comportamento ritenuto normale e, quel che è peggio, legale.

Il cosiddetto istinto naturale di prevaricazione castratoria sul figlio era in realtà voluto dal messaggio zodiacale-genetico simboleggiato dall’angelo biblico, affinché il padre acquistasse una sua fisionomia socio giuridica incancellabile nella società umana.

Gli studiosi ci insegnano che i sogni sono una sorta di bomba a orologeria, regolata da una serie di scatti sul tempo dell’evoluzione umana e che condizionano via via il comportamento e il pensiero umano.

Una modificazione dei sogni di Abramo, un’attenuazione del terrore punitivo esercitato sul figlio-castratore sarebbe all’origine della sostituzione di Isacco con un agnello. Nei tempi consentiti per consolidare socialmente e giuridicamente la figura del padre intoccabile, Abramo è costretto a esercitare la sua autorità marziano-fallica sul figlio.

Freud ci spiega che il condizionamento onirico è tanto più efficace quanto più occulto. In secondo luogo che l’illusione di una totale libertà è indispensabile affinché l’umanità si comporti esattamente come si deve comportare e insomma collabori a quello scorrimento dei tempi prestabiliti di cui è protagonista e vittima. La censura sussiste e che dunque rimangono campanelli d’allarme tesi a tappare qualsiasi infiltrazione del dubbio, ci dice quanta importanza ha il dubbio.

In altre parole il condizionamento onirico-genetico non è completamente occulto, ma anzi è destinato a essere svelato in un dato momento, un momento che le scoperte di Freud e quelle della biologia, nonché la decifrazione dello Zodiaco, rendono imminente.

Lo schema dei sogni è pressappoco il seguente:

  1. Una serie di simboli trovati nella bibbia fissati una volta per tutte da Freud.
  2. Una serie di immagini simboliche legate alla vita e all’esperienza terrestre. Queste figure sono animali.
  3. Il sapiente conglobamento, nel tessuto dei sogni, di fatti reali e avvenuti di recente affinché il linguaggio simbolico del condizionamento onirico non rimanga astratto, ma si inserisca nel vissuto individuale.
  4. L’esaudimento di un desiderio, che corrisponde alla carota irraggiungibile appesa davanti al muso dell’asino. Le persone pensano alla promessa in cambio dell’obbedienza, rifiutando la prima parte della seconda proposizione. Freud dice che c’è una promessa in cambio del condizionamento all’obbedienza.
  5. Il quinto elemento è la richiesta di obbedienza. Tale richiesta deriva dai miti e dalla letteratura. Il tipo di obbedienza muta a seconda delle epoche su cui è regolata la grande macchina zodiacale, consentendo l’affiorare o lo sparire di atteggiamenti collettivi nei confronti della giustizia, della crudeltà, dell’arte…
  6. La minaccia di una punizione è rintracciabile nei miti e nelle tecniche di chi detiene il potere. Nella categoria ricadono genitori, insegnanti, politici; nel processo onirico affiora sempre una promessa, ossia l’esaurimento di un desiderio fiancheggiato da una minaccia. Per i disobbedienti e la privazione.
  7. Un filtro o più probabilmente una serie di filtri che consentono una parziale presa di coscienza dell’azione condizionatrice dei sogni e al tempo stesso funzionano da deterrente.

Abbandoniamo momentaneamente il mito di Abramo e Isacco ed esaminiamo l’incontro di Socrate e Eutifrone. Dinanzi al tribunale dell’Arconte si incontrano Eutifrone e Socrate. Quest’ultimo dichiara che dovrà scomparire dinanzi all’Arconte investe di imputato. Eutifrone invece accusa il padre di omicidio. Socrate parte dal presupposto che il vecchio abbia ucciso un familiare e per questo il figlio lo porta in tribunale. Eutifrone dichiara che non vi è differenza se il morto è un parente o uno straniero, ma quello che conta è se la persona aveva diritto a uccidere o meno. E infine dichiara che la persona uccisa era un servo.

Socrate pensa che Eutifrone abbia fatto un errore gravissimo: l’autorità e la persona stessa del padre sono al di sopra di ogni sospetto e di ogni attacco.

Il linguaggio di Eutifrone ci ricorda quello di Satana che tenta di impedire il delitto di Abramo.

L’analogia tra il loro colloquio e quello tra Satana e Abramo ci dimostra due cose:

  1. Il condizionamento patriarcale non fu spontaneo e immediato, ma richiese una sorta di tirocinio svoltosi in epoche imprecisabili e dunque agì oniricamente su una mentalità che patriarcale non era.
  2. Dopo aver stabilito il principio dell’autorità del padre, il condizionamento continuò ad agire con un sistema di abilissimi raccordi tra simboli fondamentali e lo sviluppo della realtà storica, in modo da concedere ai vari protagonisti della storia stessa la ferma illusione di pensare in modo autonomo.

Mentre Abramo parla con Dio o con Satana, ed è conscio di obbedire o di combattere con forze oscure o superiori a lui, Socrate è convintissimo di esprimere concetti maturati nel suo cervello di filosofo, opponendoli a concetti maturati nel cervello di Eutifrone.

La misoginia è uno dei cardini su cui ruota il patriarcato e le sono affidate due missioni:

  1. Rafforzare i tabu sessuali a spese del sesso, che in un tale ciclo non ha la prevalenza.
  2. Confermare l’immagine lusinghiera che il vir ha di se stesso.

I riti iniziatici virili sono un tirocinio per la misoginia. Il fanciullo pubere viene portato in un luogo dove viene sottoposto a dure prove, che finiscono con una morte simbolica.

A volte il rito prevede una circoncisione e il fanciullo taglia rapporti con la madre e va a vivere con il padrino iniziatore, vivendo con altri uomini.

Questi riti non tengono conto che nell’età pubere il maschio va verso la femmina e la circoncisione è un atto di mutilamento contro questo incontro. Il padrino iniziatore prendendo con sé il fanciullo ruba la maternità alla madre. Questi gesti sono il seme della misoginia.

La misoginia si manifesta tutt’oggi con spasimi quasi isterici di furore maniacale, costituisce spesso una macula caeca di totale stupidità nel cervello di uomini peraltro intelligenti.

La misoginia è la convinzione che la donna sia inferiore.

Il condizionamento è tanto più efficace quanto più s’innesta su un cervello incapace di analisi e di critica. La facoltà di pensare senza arrendersi agli schemi prestabiliti, siano essi ideologici, morali, religiosi, o sociali, ha segnato e continua a segnare le tappe del decondizionamento umano.

Aristofane è uno scrittore antimisogino.

Lo scrittore vive in un contesto sociale in cui il condizionamento patriarcale ha avuto una fase iniziale di progressive pressioni su una corrente di pensiero ribelle ai suoi dettami. Quest’ultimi sono la misoginia accompagnata da dettami antitetici e antilegatari, fino a formare un blocco unico di pregiudizi tesi a sostenere l’autorità paterna e dunque la fallocrazia. Aristofane è contemporaneo di Eutifrone; entrambi si battono contro Socrate perché è chiaro che la corrente socratico-platonica sta convogliando verso il trionfo della misoginia e sia l’illegalità patriarcale.

La Lisistrata è un vero e proprio manifesto femminista impostato su una tecnica di guerriglia modernissima. Lo scritto è una dichiarazione d’indipendenza sessuale e una dichiarazione di responsabilità nel potere.

Nell’Atene di quei tempi serpeggiava una corrente antipatriarcale, rappresentata dai sofisti e dai loro amici.

Il fatto che la misoginia non fosse ancora pienamente accettata è provato da certe sottili differenze tra il linguaggio del commissario, misogino ormai convinto e dunque ottuso, e quello del corifeo misogino terrorizzato e dunque dubbioso.

Nei Calabroni emerge il pensiero Aristofane che è antimisogino e antipatriarcale, difende i diritti delle donne e al tempo stesso quello dei figli.

Nel Decameron di Boccaccio le donne usano lo stesso linguaggio delle ateniesi riunite nelle Tesmoforie. Il processo di condizionamento patriarcale si esercitò soltanto, o almeno prevalentemente, sui cervelli maschili. Private della loro libertà sociale ed economica, non sono però private delle loro libertà mentali.

Nella Gerusalemme liberata di Tasso l’ascetismo è la forma più occulta e narcisista che possa assumere la misoginia, e non a caso il testo veniva adottato da tutte le scuole cattoliche.

La pratica ascetica stimola la fantasia sensuale e infatti la descrizione dei seni di Armida tocca vette di erotismo molto elevate. Ella è l’unica seduttrice (inviata da Satana) che appaia nella Gerusalemme.

L’Ariosto, invece, è decondizionato in senso patriarcale, ma condizionato in senso matriarcale, non soltanto perché la sua simbologia femminile è lussureggiante, ma anche perché affiorano qua è là nel poema ricordi evidenti di riti iniziatici che dovrebbero senz’altro essere legati al matriarcato.

Le tappe del condizionamento sono:

  1. Rafforzamento drastico delle posizioni patriarcali, mentre sussistono chiari ricordi di un sistema matriarcale (i miti greci) e addirittura correnti filo-matriarcali (Aristofane);
  2. Trionfo della misoginia che si esprime, a livello cosciente nelle strutture socio-giuridiche e a livello incosciente attraverso immagini simboliche (Tasso);
  3. Manifestazione sporadica di un modo di pensare che esclude la lotta tra i sessi (Boccaccio);
  4. Manifestazione affiorante di un condizionamento matriarcale, con un corredo dei suoi simboli (Ariosto).

Il patriarcalismo, tipo d’ipnosi cui alludo, si effettua attraverso i sogni, affidando a una rete fissa e prestabilita d’immagini-simbolo il compito di terrorizzare l’individuo, inducendolo poi a reagire anche nello stato di veglia a immagini analoghe, o alla gamma di situazioni e persone reali che corrispondono a simboli. Per esempio, se una delle immagini terrorizzanti più frequenti è la foresta-natura-donna, l’uomo si avanzerà a considerare la donna come una nemica da soggiogare, la foresta come un insieme d’alberi da abbattere, la natura come matrigna da sfruttare e violentare.

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