
The Collage Post
Il 13 ottobre 1925 a Grantham nasceva Margaret Hilda Roberts. Il padre Alfred Roberts era un droghiere impegnato nella politica e religione locali. Alfred lasciò alle figlie in eredità la dottrina della chiesa metodista. Egli pensava che i suoi discendenti avrebbero studiato fino alla laurea o avrebbero continuato a lavorare in drogheria.
Nel ’26 la Gran Bretagna si fermò a causa di uno sciopero nazionale di dieci giorni e i minatori incominciarono un braccio di ferro di sette mesi con l’organo esecutivo. Il re appoggiò i lavoratori e pronunciò la famosa frase “Provate voi a vivere con le loro paghe, prima di giudicarli”.
Margaret da bambina ripeteva spesso una massima del padre: “Per ogni scellino risparmiato c’è uno scellino da spendere. Se proprio non si può farne a meno”. La regola famigliare era vivere al disotto delle proprie possibilità.
A nove anni Margaret vinse un concorso di poesia. A chi si complimentò della sua buona stella, ella replicava: “Non sono stata fortunata, me lo sono meritato”.
Il padre ripeteva sempre a Margaret: “Non fare mai qualcosa soltanto perché tutti gli altri lo fanno. Non seguire la massa perché da sola temi di sbagliare. Se necessario, dovrai essere tu a condurre la folla e non dovrai accontentarti mai di seguirla. Mai!”.
Margaret chiedeva a Natale in regalo i libri di Rudyard Kipling, perché narravano la grandezza della sua patria.
La politica entra nella vita di Margaret
Durante gli anni dell’Università Margaret si occupò di politica e fu presidente di un’associazione studentesca conservatrice. Conseguì la laurea in Chimica presso l’università di Oxford. Durante quegli anni applicò i principi impartiti dai genitori anche per quanto riguardava il denaro, ma non volle rinunciare alla sua femminilità. Grazie alle ripetizioni che offriva, Margaret comprò una bici.
Dopo la laurea si impegnò come ricercatrice chimica, poi ne conseguì una seconda in Giurisprudenza.
Alla fine del 1949 Margaret era troppo occupata per perdersi in questioni sentimentali. Volle prendere la patente e comprare la prima automobile, trovare una sistemazione indipendente a Londra e rafforzare le relazioni con le persone del partito.
Anche in questo periodo Margaret si dedicò alla politica, quindi si trasferì a Dartford, nel Kent, dove lavorò presso un’industria conserviera. Proprio nel partito conservatore Margaret conobbe Denis Thatcher.
Nel 1950, durante una festa di partito, una veggente previde che Margaret sarebbe stata grande quanto Churchill.
Nel 1951 Margaret si candidò nel collegio di Dartford. Perse le elezioni, ma diminuì lo scarto di voti tra il suo partito e quello opposto.
Nello stesso anno sposò Denis Thatcher, da cui acquisì il cognome.
Il 17 febbraio 1952 il «Sunday Graphic» dedicò la copertina e l’inserto al funerale di re Giorgio VI e alla giovane regina Elisabetta II. Nella pagina in cui si cambiava discorso era presente un distico che ricordava al pubblico chi fosse l’autrice dell’articolo ancora poco conosciuta con il nome di Margaret Roberts.
Per la prima volta Margaret poteva esprimere su un giornale la propria opinione sulla condizione femminile.
L’articolo iniziava con una constatazione: “Una giovane regina, la più adorabile che mai regnò su di noi, ora occupa la più alta posizione nel paese. Se, come molti sperano ardentemente, l’ascensione di Elisabetta II può aiutare a rimuovere gli ultimi frammenti di pregiudizi contro le donne che aspirano agli incarichi più alti, allora una nuova era per le donne sarà davvero a portata di mano”.
Nel testo erano presenti parole in maiuscolo per indicare che il tono della voce saliva. Il testo continuava: “…Spero che vedremo sempre più donne conciliare il matrimonio con la carriera. Il pregiudizio sul doppio ruolo non è limitato agli uomini. Troppo spesso, mi duole dire, proviene dal nostro stesso sesso. Ma la felice gestione di casa e carriera può e STA per essere raggiunta”.
Per non essere catalogata tra le suffragette prive di sex appeal scrisse: “Il termine «donna in carriera» purtroppo evoca in molte menti l’idea di una donna dura priva di tutte le caratteristiche femminili. Cosa spinge le donne a rinunciare a posti di potere? Una delle ragioni può essere che molte abbiano dato un taglio alle loro carriere quando si sono sposate. DAL MIO PUNTO DI VISTA QUESTO È UN GRAN PECCATO. Così come L’IDEA CHE LA FAMIGLIA SOFFRA È, IO CREDO, DEL TUTTO ERRATA”.
Proseguì con una serie di motivazioni che sostenevano le idee suesposte. Nell’articolo emerse che non voleva le quote rosa, ma pretendeva le pari opportunità. Concludeva l’articolo con una serie di “mi piacerebbe”: “Mi piacerebbe vedere donne sposate continuare le loro professioni, se ne hanno voglia, dopo la nascita dei figli…”.
Nel 1953 Margaret diede alla luce due gemelli, un maschio e una femmina.
Ella sapeva apprezzare gli inizi spensierati del suo matrimonio e diede una tregua alla politica attiva. Dall’altra parte dell’Oceano nasceva l’incubo del pericolo rosso.
Dopo l’assalto dell’esercito popolare nordcoreano al sud della penisola e la conquista di Seul, la Gran Bretagna ordinò alla flotta dell’estremo Oriente di intervenire e da Washington Harry Truman inviò forze di terra in Corea. Gli analisti accusavano Stalin di tramare contro il mondo libero, ovvero contro l’Occidente.
Con la nascita dei gemelli, Margaret era fuori gioco sul terreno della politica. Aveva rinunciato a incarichi e impegni di partito.
Nello stesso tempo non volle mancare ai suoi doveri di genitore. Nel tempo libero si preparava agli esami universitari, o faceva il praticantato di avvocato in uno studio fiscalista. Il marito gli impedì di fare un corso di quattro anni di contabilità.
Margaret con i suoi figli era affettuosa e quasi tenera. Ma occuparsi solo della famiglia le andava stretto e pertanto rientrò in politica.
Margaret diventa deputata
Il 14 luglio del 1959 Margaret batté il suo avversario interno. Era la candidata dei Tory per il sobborgo sulla collina di una benestante borghesia medio-alta da riconquistare entro l’8 ottobre successivo, data delle elezioni generali.
In quell’anno Margaret vinse le elezioni e venne eletta alla camera dei comuni nel collegio londinese di Finchley. Non si era risparmiata sul lavoro e pretendeva lo stesso dai suoi collaboratori.
Da neodeputata non rivendicò privilegi per la sua posizione. Non aveva un ufficio personale e si accomodò alla Lady Members’ Room, uno spazio di lavoro collettivo riservato alle parlamentari: di fatto poco più di un punto d’appoggio senza neppure un telefono a disposizione. I parlamentari occupavano la Smoking Room e le due sale non erano comunicanti fra loro. Come i suoi colleghi, Margaret comprò a proprie spese i francobolli per le lettere e pagò di tasca sua la propria assistente personale.
Il suo stipendio annuale era di 1250 sterline.
Nel 1961, grazie a un rimpasto di governo, erano vacanti due posti, uno da sottosegretario all’Aeronautica, l’altro alle pensioni e alla previdenza. In quanto donna, a Margaret venne proposto di occupare il ruolo di parlamentare alle pensioni e alla previdenza perché era meno prestigioso, ininfluente e faticoso. Ella accolse la proposta e il suo stipendio annuale passò a 3250 sterline.
Margaret aveva studiato tutte le precedenti riforme e le loro conseguenze e tutte le proposte di riforma e relative conseguenze del suo settore. Durante i dibattiti con l’opposizione era imbattibile.
Il 14 gennaio del 1963 il presidente francese Charles de Gaulle bocciò la richiesta britannica di entrare nella Comunità economica europea.
Alla vigilia del voto, fissato per il 15 ottobre 1964, il collegio elettorale di Margaret sembrava destinato a passare in mano a Orpington. Margaret, come un bravo soldato, raddoppiò gli sforzi rispondendo personalmente alle lettere, partecipò a tutte le riunioni pubbliche, visitò mercati e fabbriche. Scelse con cura i suoi cavalli di battaglia. Se l’avversario insisteva su banalità locali, lei spaziava invece verso orizzonti più ampi, nazionali, alzando il livello del dibattito.
Nel 1965 i Labour avevano messo ai voti l’abolizione della pena di morte. Margaret l’aveva invece difesa.
I conservatori persero le elezioni, ma nel 1966 il premier socialista fu costretto a riconvocarle, e furono vinte dai socialisti.
Dopo le elezioni i conservatori scelsero come leader Edward Heath, che dieci anni dopo sarebbe stato un nemico dichiarato di Margaret. Quest’ultima aveva votato Heath alla guida del partito su insistenza di Sir Keith Joseph.
Nuovi incarichi politici per Margaret
Heath compensò la fedeltà di Margaret chiamandola come ministro del governo ombra: prima si occupava dei trasporti e successivamente si occupò di istruzione.
Margaret aveva molta stima di Harold Wilson, ma detestava i principi del socialismo. Adorava mettere in difficoltà la maggioranza tramite dati storici e statistiche poco conosciuti.
Quando voleva sferrare un colpo basso, tirava in ballo le vedove con figli vittime del sistema fiscale di sinistra.
La stampa conservatrice riecheggiò gli allarmi che Margaret diffondeva, appena impugnava un microfono, sulla politica di Wilson e dei suoi ministri: “Una bionda focosa mette in guardia contro la strada che conduce alla rovina”, titolò il 13 ottobre 1966 il «Sun» senza ironia, pur essendo un giornale di centrodestra.
Sulle leggi a contenuto sociale Margaret si espresse secondo coscienza: nel 1966 era a favore della depenalizzazione dell’omosessualità, purché praticata in privato e fra adulti consenzienti di oltre 21 anni. Sosteneva l’autorizzazione all’aborto nel caso in cui il feto fosse stato a rischio di sviluppare malformazioni o problemi mentali e nel caso in cui la maternità fosse stata una prova insostenibile per una donna di limitate capacità psichiche.
Margaret sul divorzio era possibilista, ma prudente. Riteneva che il divorzio era indispensabile per le mogli maltrattate, ma inaccettabile come scorciatoia per la soluzione dei problemi coniugali. Se rompere un matrimonio fosse diventato troppo facile, molte coppie sarebbero state incoraggiate a sposarsi senza riflettere a sufficienza sui loro doveri.
I conservatori ripresero il potere con le elezioni del 1970, guidati da Heath, e Margaret divenne segretario di stato per l’istruzione e la scienza.
Il Ministro delle finanze, Tony Barber, informò Margaret che occorreva ridurre la spesa pubblica proponendo di rendere a pagamento l’ingresso alle biblioteche e nei musei e di ritoccare il prezzo dei pasti a scuola.
Margaret difese la gratuità delle biblioteche, mentre per i musei lasciò l’ingresso gratuito un giorno a settimana. Il Ministro del Tesoro disse a Margaret di trovare un altro settore da sacrificare. Margaret decise di sopprimere la fornitura di latte gratuito per i bambini al di sopra dei 7 anni, ponendo delle clausole di salvaguardia per gli studenti che dovessero bere latte per ragioni mediche. Gli oppositori e la stampa socialista chiamarono Margaret milk snatcher. Ella veniva chiamata ladra di latte e affamatrice di minori. Innalzò l’obbligo scolare fino ai 16 anni.
Con tali riforme fece risparmiare 9 milioni di sterline. Inoltre non ricevette i fondi per restaurare le scuole, che le erano stati promessi in cambio di tali riforme.
Heath, che era responsabile del governo, non prese pubblicamente le sue difese. Margaret inghiottì il rospo e imparò la lezione. Riteneva chiuso qualsiasi debito di riconoscenza con Heath perché l’aveva lasciata da sola a farsi lapidare. Il rapporto tra i due si era incrinato.
Quell’anno Margaret perse il padre per un enfisema.
La figlia di Margaret in quegli anni iniziava l’Università e portare il cognome Thatcher era molto faticoso, perché sinonimo di pericolo, e gli studenti non amavano il ministro dell’istruzione.
Margaret restava la donna più odiata del Regno Unito secondo il «Sun».
Nel 1971 Heath si trovò ad affrontare il problema dell’emigrazione. Durante la campagna elettorale dichiarò che non ci sarebbe più stata un’ondata d’immigrati, ma non aveva fatto i conti con il dittatore Amin Dada, che aveva espulso dal suo paese gli indiani e altri asiatici, molti dei quali avevano passaporto britannico. Il Regno Unito si sentì in obbligo di aprire la frontiere ai suoi ex sudditi.
I guai andavano accumulandosi.
Il governo di Heath aveva affrontato scioperi a raffica, picchetti davanti ai depositi di carbone, scontri fra dimostranti e polizia, crisi energetica, continui black-out di corrente, continua necessità di razionare il riscaldamento nelle scuole e poi l’umiliazione subita nel braccio di ferro con i minatori, il conseguente irrobustimento dei sindacati, le difficoltà nel varare una nuova e controversa politica salariale: Margaret aveva capito che la flessibilità di Heath non pagava. Il segreto del successo era di non cedere mai.
Occorre sottolineare che il 1972 si era aperto con un milione di disoccupati. La regolamentazione dei prezzi e dei redditi era stata la risposta sbagliata alla diffusa certezza che l’inflazione fosse conseguenza diretta dell’aumento dei salari e del potere dei sindacati. Margaret non capiva le ragioni del comportamento di Heath, perché non adorasse una politica monetaria più rigida; le pareva che il leader avesse perso i contatti con la realtà.
Nel febbraio del 1972 il governo conservatore si era piegato, dopo 50 giorni, allo sciopero proclamato dai minatori e meno di due settimane dopo alle richieste dei portuali.
La stessa Margaret, che aveva appoggiato l’adesione della Gran Bretagna alla Comunità economica europea, non era convinta della strada intrapresa da Heath costellata di ripensamenti e battute d’arresto. Pensava che si potesse negoziare condizioni economiche più favorevoli, anche in politica agricola, e che le promesse europee non avessero alcun peso reale nelle trattative.
Nel 1974 i conservatori persero le elezioni e i laburisti vinsero per pochi seggi. Heath aveva cercato di fare un’alleanza con i liberali, ma non ci riuscì.
Margaret diventava Ministro dell’ambiente del governo ombra.
Heath finì il suo mandato e convocò le elezioni all’inizio del 1974 senza poter contare sull’appoggio di un Consiglio di ministri compatto. Ormai non era più in minoranza soltanto nell’elettorato britannico, ma anche all’interno della sua stessa squadra.
Margaret si associò a Keith Joseph, segretario di stato uscente per i Servizi sociali, critico quanto lei nei confronti di Heath e deciso a rifondare su altre basi, prima ancora che il partito, il pensiero conservatore sulle questioni economiche e sociali.
Come Ministro dell’ambiente nel governo ombra – dicastero che includeva anche le competenze sull’edilizia, i lavori pubblici e i trasporti – Margaret ebbe l’occasione per porre le basi di uno degli obiettivi che le stavano più a cuore: ogni cittadino britannico sarebbe dovuto diventare proprietario di una casa. Toccava allo stato favorirlo, abbassando i tassi d’interesse e le imposte immobiliari locali: “Avevo sempre creduto in una democrazia comproprietaria di case”, affermava.
Il consenso di Keith era in ribasso dopo una sua maldestra uscita sulle madri prolifere e in particolare sulle ragazze madri delle classi più povere, che generavano bambini problematici e che avrebbero fatto meglio a non riprodursi a un ritmo così frenetico.
Margaret si candida come leader del partito
Keith era anche stanco di essere sempre sotto attacco dei reporter. Margaret disse a Keith che se lui non si candidava come leader dei conservatori, si sarebbe candidata lei, perché “c’è bisogno di qualcuno che rappresenti il nostro pensiero”. Keith le rispose: “Avrai tutto il mio sostegno”.
Heath, quando seppe che Margaret si candidava come leader, pensò di batterla.
Il 21 novembre Margaret diede al marito la notizia della sua candidatura come leader del partito.
Un alleato di Margaret fu Gordon Reece, ex produttore televisivo che curò l’immagine di Margaret durante le interviste e le preparò le conferenze stampa.
Tre mesi prima di candidarsi come leader concesse un’intervista per pensionati “Pre-Retirement Choice”. Margaret consigliò di fare scorta di cibo in scatola perché ci sarebbe stato un aumento dei prezzi. I suoi avversari l’accusarono di accaparramento di generi alimentari. Lei invitò la stampa a fotografare la sua dispensa, dimostrando di essere una scrupolosa amministratrice delle risorse domestiche.
Il Natale del 1974 per la famiglia Thatcher non fu allegro. La Burmah Oil (luogo in cui lavorava il marito di Margaret) era sull’orlo del fallimento. Il nuovo anno iniziò con la notizia che la banca d’Inghilterra sarebbe dovuta intervenire e riscattare la compagnia petrolifera, con il vincolo di un suo drastico ridimensionamento. Denis tornò a Londra e si recò alla Burmah House. Tale sede era circondata da giornalisti, che fotografarono il marito di Margaret mentre scavalcava un muretto per sfuggire alla stampa.
Denis andò in pensione a 60 anni, tre mesi prima che Margaret si aggiudicasse la guida dei Tory.
Il 4 febbraio del 1975 Margaret passò il primo turno e prese 130 preferenze, 11 in più di Heath.
Tre giorni prima del secondo turno al congresso dei giovani conservatori fece un discorso destinato a entrare nelle biografie: “Sono convinta che occorra giudicare le persone per i loro meriti e non per la loro provenienza. Credo che la persona che sia pronta a lavorare più sodo è quella a cui spetta il compenso maggiore, un compenso che dovrebbe restare anche dopo le tasse. Dobbiamo appoggiare i lavoratori e non gli imboscati”.
Margaret, leader del partito
L’11 febbraio 1975 Margaret diventò la prima donna a ricoprire la carica di leader del partito conservatore, con 146 voti.
Il suo primo discorso come leader dell’opposizione passò alla storia. Il discorso iniziava così: “Lasciate che vi esponga la mia visione: il diritto di un uomo di lavorare quanto desidera, di spendere ciò che guadagna, di avere delle proprietà, di avere lo stato come servitore, non come padrone: queste cose rappresentano l’eredità britannica… Dobbiamo riportare l’iniziativa privata sulla via della ripresa, non solo per dare alla gente più denaro da spendere a suo piacimento, ma per avere più denaro per aiutare i vecchi, gli ammalati, gli handicappati…”.
Il 5 giugno 1975 il Regno Unito confermò la volontà di restare nella Comunità europea. Margaret decise di farsi conoscere dai politici europei come leader dei conservatori.
Notò i limiti della creazione di una unità europea: un’accozzaglia di gente che non parlava la stessa lingua, non condivideva le stesse tradizioni, non aveva la stessa mentalità.
Nel 1976 il giornale russo «Stella rossa» definì Margaret “Lady di Ferro” per il suo stacanovismo. Lo stesso anno la Thatcher tenne un duro discorso contro l’Unione Sovietica: “Sono qui davanti a voi stasera, nel mio abito di di chiffon da Stella Rossa, con il mio viso leggermente truccato e i miei capelli biondi delicatamente ondulati: la dama di ferro del mondo occidentale”.
La Gran Bretagna era monitorata dal fondo monetario internazionale, che aveva imposto una rigida disciplina nelle finanze e nell’indebitamento; l’economia era in lieve ripresa, seppure a costo di sacrifici, di disordini e scontri di piazza, di autocommiserazione e perdita di fiducia. Il governo dei liberali galleggiava appena e Margaret era felice.
Tra il 1978 e il 1979 occorreva un antidoto per la stagnazione dell’industria, gli scioperi selvaggi, la disoccupazione e la rabbia e la depressione del popolo britannico. Il Regno Unito venne attraversato da una crisi in campo economico, sociale, politico e culturale, dando vita a delle proteste. Il partito laburista non riuscì ad affrontare la situazione.
Il 22 marzo del 1979 Margaret accettò che fosse messa ai voti la sfiducia al governo di Callaghan. La mozione di sfiducia passò con 113 voti favorevoli e 310 contrari.
Lo slogan del partito conservatore per la campagna elettorale fu: “La Gran Bretagna ha bisogno di una lady di ferro”.
Il 3 maggio 1979 Margaret e il partito dei conservatori vinsero le elezioni battendo i laburisti 339 seggi a 269.
Il 4 maggio Margaret incontrò la regina Elisabetta II a Buckingham Palace. La regina chiese a Margaret se accettasse l’incarico di formare il nuovo governo. Lo stesso giorno si recò al numero 10 di Downing Street (pieno di giornalisti) e dopo aver ringraziato Margaret disse: “Dove c’è discordia, che si possa portare armonia. Dove c’è errore, che si porti la verità. Dove c’è dubbio, si porti la fede. E dove c’è disperazione, che si possa portare la speranza”.
1979-1983: primo mandato di Margaret Thatcher
Il primo dossier che Margaret analizzò nel suo primo mandato riguardava gli stipendi pubblici e le promesse di aumenti salariali alla polizia e alle forze armate. E alle prime sforbiciate da infliggere al pubblico impiego. Il Tesoro stava mantenendo troppi dipendenti, generando una forma di assistenzialismo che le pareva intollerabile: “Così imponiamo un fermo immediato a tutte le assunzioni nell’amministrazione statale”.
Margaret sapeva che tentare di frenare artificialmente il rialzo dei prezzi sarebbe stato inutile o controproducente, perché avrebbe ridotto gli investimenti e corroso i profitti già bassi per la salute economica.
Si era impegnata a fermare il declino economico del Regno Unito. L’inflazione toccava picchi mai raggiunti e il potere sindacale impediva di fare le riforme necessarie. Margaret “incrementava il tasso d’interesse e diminuiva il circolante per ridurre l’inflazione e aumentare l’IVA di un punto percentuale, preferendo la tassazione indiretta a quella diretta; questi interventi colpirono soprattutto l’industria manifatturiera, per cui la disoccupazione finì per raddoppiare in poco più di un anno.” La Lady di ferro decise di alzare le tasse per mantenere saldi i conti e i principi.
Il 27 agosto 1979 l’IRA (Irish Republican Army) uccise, in un attentato, Lord Louis Mountbatten, che si trovava in vacanza in Irlanda con la sua famiglia. Insieme a lui morirono suo nipote quattordicenne, sua madre e un giovane aiutante, tutti stroncati dall’esplosione di un ordigno piazzato sull’imbarcazione in cui si trovavano. Cugino di secondo grado della Regina Elisabetta e zio del Principe Filippo, Lord Mountbatten era un membro di spicco della famiglia reale.
Margaret non diede accoglienza al titolare del Trono del Pavone e alla moglie Farah Diba perché non voleva disordini e attentati nella Gran Bretagna, mettendo davanti la tutela dei cittadini.
Il 30 aprile del 1980 l’ambasciata iraniana a Londra venne presa d’assalto da terroristi arabi.
Nel 1982 il tasso d’inflazione tornò a livelli accettabili e il tasso d’interesse venne abbassato. Nonostante la crescita economica, l’industria fatturiera ridusse i propri utili di un quarto e la disoccupazione aumentò di quattro volte.
Il 2 aprile del 1982 l’Argentina occupò le isole Falkland. In 48 ore Margaret mandò una task force per ristabilire il controllo territoriale e liberare i cittadini tenuti in ostaggio. Il 14 giugno l’Argentina si arrese.
La Lady di ferro era riuscita a imporsi sullo sciopero dell’acciaio durato tre mesi per la chiusura degli stabilimenti meno produttivi o più obsoleti. Era veramente addolorata delle sue scelte. Lo stato non si sarebbe più fatto carico dei debiti delle aziende.
Nel 1983 la Gran Bretagna tornò alle urne. Margaret fu rieletta con una maggioranza di 144 seggi.
1983-1987: secondo mandato di Margaret Thatcher
Durante il 1983 il governo aveva accantonato del carbone in vista di un prossimo sciopero.
- Nel 1984 Margaret emanò una serie di norme che riduceva il potere dei sindacati e ne dava di più a coloro che si iscrivevano. Stabilì il voto segreto e una maggioranza del 55% per indire uno sciopero nazionale, rese responsabili civilmente i capi sindacali dei danni causati da agitazioni non conformi alle leggi. Qualora i sindacali venissero ritenuti colpevoli dai giudici, sussisteva il congelamento dei beni del sindacato. Erano illegali i picchetti volanti.
- L’annuncio della chiusura della miniera di Cortonwood, nello Yorkshire fu la scintilla. Scargili sottovalutò le scorte del governo. Egli era pronto allo sciopero inoltrato. Furono erette barricate e picchetti per scoraggiare i crumiri dal tornare al lavoro. Secondo Margaret la liquidazione di 1000 sterline per ogni anno di lavoro era più che soddisfacente.
- Il confronto raggiunse il culmine quando il sindacato dei minatori NUM (National Union of Mineworkers) dichiarò lo sciopero a oltranza per opporsi alla chiusura di molte miniere.
- Non avendo il 55% del consenso per indire lo sciopero nazionale, il presidente del NUM organizzò tanti piccoli scioperi regolari.
- Molti scioperanti fecero azione di picchettaggio, che Margaret non esitò a reprimere.
- Molti lavoratori denunciarono il NUM per violazione procedimentale, portando i giudici a condannare e confiscare beni e fondi del sindacato. Quest’ultimo veniva finanziato dalla Libia. L’opinione pubblica capì che il sindacato non faceva l’interesse dei lavoratori ma della Libia, pertanto il popolo appoggiò la Thatcher.
Durante la notte tra l’11 e il 12 ottobre del 1984 Margaret subì un attentato. Era stata piazzata una bomba all’hotel in cui pernottavano Margaret, suo marito e lo staff. Margaret uscì indenne per miracolo dall’attentato, ma rimase scossa dall’accaduto, anche se non lo lasciò trapelare.
1987-1990: terzo mandato di Margaret Thatcher
- Venne varata la legge sulla sicurezza negli stadi a causa di una tragedia avvenuta a Bruxelles nello stadio Heysel nell’85, tragedia che sensibilizzò Margaret sulla sicurezza negli stadi.
- In politica estera Margaret accentuò la sua ostinazione verso l’Europa, si oppose all’Unione europea e alla moneta unica. Riteneva che uno Stato doveva avere la propria moneta. Questo provocò una spaccatura interna al partito.
- La poll tax rese le amministrazioni locali responsabili.
Queste riforme resero impopolare Margaret al punto che anche i suoi fedeli la isolarono.
Il vice Primo ministro Geoffrey Howe si dimise perché in disaccordo con Margaret sull’entrata del Regno Unito nell’Unione europea.
Dopo le dimissioni, Howe tenne un discorso alla Camera dei Comuni in cui chiedeva ai conservatori di cambiare leader.
Il 20 novembre 1990 si svolsero nel partito dei conservatori le elezioni del leader. Dopo due ballottaggi e dopo aver sentito i colleghi del partito che la isolarono, Margaret prese atto del tradimento e diede le dimissioni.
Il 23 novembre il «Daily Mail» uscì con un articolo di dodici pagine su Margaret con il titolo “Troppo dannatamente brava per tutti loro”.
Margaret abbandonò il 10 di Downing Street con un tailleur color rubino. La Lady di ferro aveva gli occhi rossi dal pianto; accanto a lei c’era il marito.
L’8 aprile del 2013 Margaret si spense in seguito a un ictus.