The collage post Foto di Vladislav83 da Pixabay

Il pensiero di Laban viene influenzato dalle idee di Delsarte, dall’ambiente avanguardista di Monaco dei primi del Novecento e dalle idee di Georg Fuchs.

Laban assimila la concezione dell’esperienza performativa come evento estetico e contemporaneamente come atto etico, conducendo negli anni una seria e profonda ricerca su due piste parallele.

Da un lato l’attenzione all’individuo, che la danza può aiutare a maturare nella propria espressione personale attraverso un movimento del corpo libero e naturale; dall’altro l’interesse per la dimensione comunitaria dell’evento coreico, considerato il movimento di incontro di uomini liberati, unione che trascende le singolarità per dar voce alla coralità.

Nel 1913 Laban si trasferisce a Monte Verità dove incontra degli anarchici-naturalisti e vive una vita semplice a contatto con la natura.

Secondo Laban la danza si divide in tre branche, che sono:

  1. La coreosofia o filosofia, la quale enuncia i principi etici ed estetici.
  2. Coreologia, che studia i nessi grammaticali e sintattici del movimento e cerca di individuare le leggi che regolano lo spazio-tempo.
  3. La coreografia, scienza della scrittura della danza da intendersi come il prodursi del movimento.

Secondo Laban la danza è l’incontro tra la libertà e tutte le forme espressive del corpo.

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