The Collage Post

Amedeo Bordiga, primo segretario del partito comunista d’Italia fondato a Livorno nel 1921, veniva arrestato a Roma il 3 febbraio 1923.

Egli aveva sottobraccio una borsa in cuoio che conteneva una cospicua somma di denaro. Quell’episodio si era concluso con un processo che aveva assolto Bordiga e altri trenta dirigenti comunisti.

Secondo alcuni autori occorre porre l’accento sull’avvocato Bruno Cassinelli. Quest’ultimo avrebbe aiutato Bordiga a rompere i rapporti con l’URSS perché in combutta con i fascisti.

Valerio Riva si era soffermato su un dettaglio del 3 febbraio del ’23. Nella borsa di Bordiga avevano trovato duemilacinquecento sterline. Tale valuta era insolita tra i comunisti e il regime dell’Unione sovietica.

Un altro episodio che sorprende era il fatto che il segretario del Pcd’I veniva arrestato mentre usciva da un atelier. In tale atelier Bordiga aveva un ufficio segreto che conoscevano solo le persone piĂ¹ fidate.

All’epoca dei fatti i rapporti tra Bordiga e la dirigenza sovietica erano già deteriorati. Questo era risaputo sia da Mussolini e sia dagli inglesi. Quest’ultimi volevano che Bordiga riprendesse i rapporti con l’Unione Sovietica per impedire a Mussolini di concludere l’accordo con l’Unione Sovietica.

Nel ’24 Mussolini concluse i negoziati con l’URSS.

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