
The Collage post
Tutti i genocidi commessi in altri luoghi e in altri periodi storici si possono definire folli.
Terrence Des Pres denominò il tentativo compiuto dai tedeschi di eliminare gli ebrei “demoniaco”: il termine sembrerebbe meglio di “folle” per descrivere iò comportamento che ha ispirato il genocidio.
La differenza semantica usata da Des Pres si basa sul fatto che la follia non ha una struttura definita, non è prevedibile, è qualcosa di indipendente. Ciò che accadde nei campi di sterminio era qualcosa di altamente organizzato e sicuro, quindi non definibile come follia, almeno secondo la definizione informale di Des Pres: “dedicare le energie della vita alla produzione di morte è un principio demoniaco di primo grado”.
Dea Pres compara lo sforzo dei nazisti di sterminare gli ebrei a quello di altri popoli, tra cui quello dei nativi americani.
La differenza che emerge è costituita dal fatto che la distruzione degli ebrei non poggiava su nessun fondamento razziale né politico, né sul saccheggio, né fu strategico, né cieca convenienza monetaria… fu un genocidio per amore di genocidio, mentre per altri popoli c’era un motivo.
Se Des Pres avesse approfondito la questione, si sarebbe accorto che molti massacri avvenuti nei confronti dei nativi americani erano avvenuti per il gusto di uccidere.
Tutti i genocidi si distinguono l’uno dall’altro o per il numero di morti, o per il tempo limitato o prolungato, o per i mezzi adoperati per lo sterminio di massa.
Molti studiosi hanno notato che i sopravvissuti, che si fanno portavoce di gruppi particolarmente colpiti, spesso considerano la loro esperienza diversa dalle altre, al punto da rifiutare non solo la comparazione con altri popoli che hanno subito tale evento, ma anche riferimenti incrociati o la discussione di altri genocidi nell’ambito di ciò che hanno subito.
La negazione degli stermini di massa è comune tra i discendenti che compirono il genocidio. Tali dinieghi hanno almeno due motivi: in primo luogo la protezione delle reputazioni morali dei popoli e dei paesi che furono responsabili del genocidio; e in secondo luogo il desiderio sporadico di continuare a mettere in atto assalti di violento razzismo contro le vittime del genocidio.