
Il 3 agosto 1492 Cristoforo Colombo lascia il vecchio mondo (la Spagna) per navigare l’Atlantico.
Occorre domandarsi come fosse il vecchio mondo da cui è partito Cristoforo Colombo?
Molti scrittori dell’epoca descrivono l’Europa come una terra violenta, squallida, un luogo di tradimento e intolleranza.
Le epidemie di peste, vaiolo, morbillo, influenza, difterite, tifo e altre malattie dilagavano in Europa.
Alcune abitudini collettive aumentavano la trasmissione di queste malattie. I canali di scolo sui bordi delle strade erano usati come latrine pubbliche. Si lasciavano marcire in strade le frattaglie degli animali macellati. Le fosse lasciate aperte nelle quali venivano messi i corpi delle persone povere. La fossa veniva coperta di terra solo quando era piena di corpi.
E di tanto in tanto ricompariva la pestilenza, che fu chiamata Morte Nera. Un lieve aumento del prezzo del cibo poteva causare la morte di migliaia di famiglie.
Oltre alla malattia e alla denutrizione, un’altra causa di morte era l’abbandono. Molte famiglie povere che non potevano assicurarsi nutrimento e cure abbandonavano i bambini dentro i canali di scolo.
Le città erano un agglomerato di popolazione dove ladri e briganti controllavano interi quartieri.
La violenza era diffusa ovunque, ma ci sono stati casi in cui la violenza è stata perversa come è successo nel 1476 a Milano (una folla inferocita fa pezzi un uomo e le sue membra vengono mangiate). A Parigi e a Lione gli ugonotti venivano macellati e venduti ai bordi delle strade.
Possiamo dire che il mondo lasciato da Cristoforo Colombo nel 1492 era spietato, dove solo i forti sopravvivevano alle malattie diventando immuni. Un mondo dove gli unici che non soffrivano erano solo i ricchi.