The Collage Post

La barba ha inciso anche nel periodo più buio della storia come il Medioevo.

Nell’XI secolo Papa Gregorio VII, con l’obiettivo di consolidare il potere della chiesa, impone ai sacerdoti una totale dedizione alla missione divina.

Obbliga i preti al celibato e alla rimozione a tutto ciò che può risultare peccaminoso, superficiale oppure oggetto di distrazione… come la barba!

Radersi la barba per i preti è un obbligo.

In questo periodo in Francia nasce la prima gilda di barbieri, e tre secoli più tardi la Worshipful Company of Barbers viene a Londra.

Queste organizzazioni avevano il compito di strutturare una delle professioni più importanti nella vita degli uomini. Al barbiere toccava il compito medico- dentistico-chirurgico. Ci si sottoponeva a un salasso per farsi cavare un dente.

Durante l’umanesimo e il rinascimento la barba diventa una moda e molti artisti come Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti si ritraggono con la barba.

Perfino il Papa Giulio II e Clemente VII si faranno ritrarre con la barba. Il primo lo fa come protesta contro l’invasione francese a Bologna, il secondo per protesta contro le angherie che Roma ha subito durante i tre giorni del sacco (1527).

Per far ritornare la barba nel clero Piero Valeriano viene incaricato di scrivere un Trattatello sulla barba dei sacerdoti. In questo trattato si spiegavano i benefici della barba, come ad esempio la barba contro la caduta dei denti.

Enrico VIII in segno di ribellione aveva ordinato ai suoi uomini di farsi crescere la barba in seguito alla rottura di Roma e che i luterani la mostrassero con orgoglio in segno di distacco dalla chiesa cattolica.

Il cardinale Borromeo in piena controriforma tornò a professare maggiore rigore, ossia radersi la barba.

Nel rinascimento il ruolo del barbiere si avvicina sempre di più a quello del medico, pertanto Enrico VIII consente ai barbieri di studiare su dei cadaveri l’anatomia.

L’Europa lacerata dai sanguinosi conflitti del Seicento trova nel re di Francia (Luigi XIV, ossia Re Sole) una nuova immagine di mascolinità. Per essere mascolini occorre non essere barbuti, ma serve sofisticatezza e buon gusto.

Il rasoio è d’obbligo se si vuole fare parte della società della corte di Versailles. I barbieri perdono parte del loro prestigio, ma lo riacquistano con il diffondersi delle parrucche.

Durante l’età della ragione anche la barba suscita interesse tra gli studiosi, tutti rigorosamente rasati.

Giuseppe Vennetti pubblica Barbalogia e Diderot vi dedica una parte della sua enciclopedia ragionata delle arti e dei mestieri, illustrando la bottega del barbiere, spiegando uno a uno gli attrezzi del mestiere.

Il giorno dopo la presa della Bastiglia girava un volantino che inneggiava alla barba come segno di libertà.

Il risorgimento e il romanticismo in Italia e in Europa puntano sulle passioni, sull’orgoglio e il coraggio, sui sentimenti che devono essere esibiti, perfino in volto.

Di moda vanno la barba folta al naturale con i baffi leggermente a manubrio e negli ultimi anni la collana di Camillo Benso.

Ai barbieri viene vietato la pratica dei salassi e dovranno occuparsi della pelle e della rasatura.

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