In questo articolo parlerò per grossi capi di una delle lotte che segnò tutto il Medioevo, che è  quella tra Guelfi e Ghibellini.

Occorre fare una premessa geopolitica. L’Impero  tedesco era costituito dai regni europei e cristiani. L’imperatore emanava i capitolari che erano leggi che si applicavano su tutto l’Impero, mentre i re emanavano leggi che venivano solo applicate all’interno del proprio regno.

Coloro che detenevano il potere erano l’operatore (consacrato dal Papa) e il Papa. Entrambi erano voluti da Dio e avevano un potere universale. Da qui nasce il conflitto tra Imperatore e Papa.

I Welfen, “da cui la parola «guelfo», furono i sostenitori dei bavaresi e dei sassoni ed appartenevano ad una delle più antiche ed illustri dinastie di stirpe franca in Europa. Storicamente i guelfi vennero poi associati a chi sosteneva il Papa e le loro fortezze vennero caratterizzate dalla merlatura squadrata.”

I Wibeling, da cui la parola «ghibellino », identificava i sostenitori degli Hohenstaufen, signori svevi del castello Waiblingen. Si iniziò a qualificare questa parte come in appoggio all’imperatore e le strutture militari furono caratterizzate dalla merlatura a coda di rondine.

Si diventava Imperatore attraverso le votazioni fatte dalle famiglie nobili tedesche.

Nel 1152 venne eletto imperatore Federico Barbarossa, il quale cominciò una battaglia contro i comuni italiani.

Quest’ultimi godevano di una sempre più autonomia, perché gestivano le tasse del contado e le regalie.

Federico Barbarossa, per ripristinare il potere imperiale sui comuni italiani, convocò la dieta di Roncaglia, che prevedeva che i consoli venissero nominati dall’Imperatore, i castelli e le regalie tornassero all’Imperatore.

I guelfi, non avendo votato a favore di Federico Barbarossa, si allearono con il Papa, il quale parteggiava per l’indipendenza dei comuni italiani.

I guelfi si dividevano a loro volta in guelfi bianchi e guelfi neri.

I guelfi bianchi ritenevano che il Papa non dovesse interferire nelle lotte interne ai comuni, mentre i guelfi neri sostenevano l’opposto.

Contemporaneamente Milano si ribellò e venne assediata da Federico Barbarossa per 6 mesi. La città crollò e le sue mura vennero bruciate.

I comuni crearono una lega lombarda e una piazzaforte (la città di Alessandria in Piemonte), la quale venne assediata da Federico Barbarossa, il quale perdette e firmò la pace di Costanza, in cui i comuni gestivano le regalie ed eleggevano rappresentati e magistrati, ma riconoscevano l’Imperatore e lo ospitavano a loro spese.


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