The Collage Post Immagine di Christian Dorn da Pixabay

The Collage Post

Tra la fine dell’800 e i primi del ’900 si è assistito a una serie di regicidi eseguiti da anarchici.

Molto spesso non ci si sofferma sulla vita dell’anarchico che ha provocato la morte del sovrano o del politico. In questo articolo parleremo di  quattro anarchici  che passarono alla storia  per aver ucciso sovrani e politici. Tali anarchici sono: Luigi Lucheni,  Gaetano Bresci, Sante Caserio e Leon Czolgosz.

Luigi Lucheni, nato da una relazione clandestina tra il figlio di un grosso proprietario terreno e la bracciante Luigia Lucchini. Quest’ultima partorì Luigi a Parigi e lo abbandonò. Luigi trascorse la sua infanzia in vari orfanotrofi e case famiglia. Egli aveva prestato servizio militare e lavorato come soldato in varie guerre. Luigi emigrava da un posto all’altro dell’Europa in cerca di un lavoro stabile. Durante la sua permanenza a Losanna, Luigi sia avvicinò a dei  gruppi anarchici che volevano compiere un regicidio.

Il 10 settembre del 1898 a Ginevra, in Svizzera, Luigi Lucheni uccise con un colpo di pugnale Elisabetta di Baviera, imperatrice d’Austria. Lucheni per tale fatto fu arrestato e condannato all’ergastolo. Nel 1910 Lcheni si suicidò in carcere.

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Gaetano Bresci nasce il 10 novembre del 1869 da genitori contadini. Egli incomincia a lavorare in età adolescenziale. All’età di 15 anni è già operaio qualificato ed entra a far parte di un gruppo di anarchici. Sempre in questo periodo Bresci viene condannato a 15 giorni di carcere per oltraggio e rifiuto di obbedienza alla forza pubblica per aver insultato delle guardie.

Durante la sua permanenza in America, Bresci viene a conoscenza della repressione del 1894 dei Fasci Siciliani da parte di Crispi e dei moti popolari del 1898. A Milano, a seguito dell’aumento della farina, il popolo assalta i forni. Bresci va a Milano per compiere un regicidio nei confronti del re Umberto. Quest’ultimo ritenuto da Bresci colpevole dei fatti su esposti.

Dopo aver organizzato il piano per uccidere il re Umberto, Bresci si reca a Monza. Il 29 luglio 1900, poco dopo le 22, a Monza, Bresci colpì il re Umberto I di Savoia con tre/quattro colpi di rivoltella e lo uccise. Bresci viene catturato e condannato per tale fatto. La morte di Bresci è avvolta nel mistero: secondo la testimonianza della guardia carceraria Bresci si impiccò in cella, secondo alcuni detenuti Bresci viene ucciso dalle guardie carcerarie.

Sante Caserio nasce l’8 settembre del 1873 a Motta Visconti da genitori contadini. In giovanissima età trovò lavoro a Milano come garzone presso un fornaio. In questo periodo entra in contatto con gli anarchici. Nel 1891 a seguito degli scontri avvenuti in Piazza Santa Croce in Gerusalemme il primo maggio a Roma, egli stesso diventa anarchico.

Caserio fonda un piccolo circolo di anarchici, distribuisce ai disoccupati pane e volantini anarchici. Dopo l’identificazione e la schedatura, egli scappa all’estero e soggiorna in vari stati. Dopo che il Presidente Marie François Sadi Carnot nega la grazia degli anarchici Ravachol, Auguste Vaillant ed Émile Henry, i quali vengono giustiziati, Sante decide di uccidere il presidente Carnot.

Il 24 giugno 1894 a Lione Caserio riesce ad avvicinarsi al presidente e lo accoltella provacandogli la morte. Caserio viene catturato e condannato alla ghigliottina. L’esecuzione di Caserio viene eseguita a Lione il 16 agosto 1894.

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