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Il 28 settembre 1632 il Sant’Uffizio emetteva la citazione di comparizione di Galileo a Roma.
Con tale atto il Sant’Uffizio chiedeva al tribunale dell’Inquisizione di condannare Galileo per eresia per quanto aveva sostenuto nel “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”.
Galileo respingeva ogni pretesa del Sant’Uffizio in quanto era infondata in fatto e in diritto.
La Chiesa sosteneva che in data 26 febbraio 1616 aveva notificato a Galileo un precetto che, se violato, avrebbe comportato una pena immediata.
Galileo sosteneva che non aveva mai ricevuto alcun precetto. Tale precetto era stato trovato nel dossier di Galileo.
Occorre precisare che i precetti venivano redatti solo su una facciata del foglio, mentre il retro del foglio veniva lasciato in bianco. Le pagine venivano numerate, timbrate, e firmate dalle persone presenti.
Il precetto notificato a Galileo era scritto su entrambe le facciate dei fogli, non sussistevano timbri e firme delle persone che erano presenti.
Il precetto era da considerare nullo in quanto mancavano le firme dei presenti, il foglio era redatto in modo errato, e non sussistevano timbri, mentre il tribunale decideva di approvare il documento come prova.
Il manoscritto di Galileo veniva visionato dalla commissione dell’Inquisizione che aveva approvato il manoscritto, mettendo una nota al margine nella quale veniva dichiarato espressamente che la teoria copernicana doveva essere presentata solo ex suppositione.
Nella prefazione del manoscritto era dichiarato da Galileo che, anche se il testo evidenziava la superiorità della dottrina copernicana, egli personalmente sosteneva la fermezza della terra. Il racconto di Galileo ridicolizzava il personaggio Simplicio che sosteneva le teorie di Aristotele, ossia la teoria geocentrica.
Possiamo affermare che Galileo non aveva violato le indicazioni in nota che gli aveva scritto la commissione dell’Inquisizione, perché aveva scritto nella prefazione che sosteneva la fermezza della terra. Inoltre il testo del racconto era stato approvato dalla commissione.
La teoria copernicana veniva sostenuta dalla teoria delle maree. Quest’ultima teoria proponeva che la marea fosse un effetto della rotazione della Terra attorno al suo asse, che induceva il moto del mare.
Tale teoria era errata, pertanto Galileo non aveva dimostrato che la terra girava intorno al suo asse.
«Sotto il profilo giuridico-ecclesiastico, eretico è definito colui che, dopo il battesimo, e conservando il nome di Cristiano, ostinatamente si rifiuta o pone in dubbio una delle verità che nella fede divina e cattolica si devono credere».
Galileo aveva manifestato di essere cattolico. Egli con la teoria copernicana poneva in dubbio il geocentrismo sostenuto dalle Sacre Scritture. Inoltre la teoria copernicana egli non era riuscito a dimostrarla. Per tali motivi la Chiesa lo condannava.
“L’atto di abiura (dal latino ab iurare, rinnegare un giuramento) è un documento utilizzato in varie epoche con il quale, per diverse ragioni, un soggetto (o un gruppo di persone) formalizza con una dichiarazione il rinnegamento di una precedente appartenenza ad una ideologia o, più frequentemente, ad una religione.”
Galileo abiurava per evitare il rogo, come era successo a Giordano Bruno.
Possiamo dire che Galileo sbagliò a sostenere il copernicanesimo con la teoria delle maree, mentre il tribunale inquisitorio aveva istruito un processo fazioso.
Il 31 ottobre 1992 Galileo veniva riabilitato dalla Chiesa cattolica, la quale cancellava la condanna inflitta a Galileo dal Cardinale Bellarmino.