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The Collage Post

Mentre con la Turandot Giacomo Puccini ha omaggiato la Cina, la sua Madama Butterfly è dedicata al Giappone.

Madama Butterfly è un’opera in tre atti.

La storia è ambientata all’inizio del XX secolo, in Giappone.

L’ufficiale dalla marina statunitense Pinkerton prende in sposa la geisha quindicenne Cio-Cio-san, che tradotto è appunto Madama Butterfly, la quale rinnega le sue origini e usanze per abbracciare il cristianesimo.

Poco tempo dopo Pinkerton torna in patria, lasciando Madama Butterfly in Giappone in compagnia della fidata serva e in stato di indigenza.

Passano tre anni. Un giorno il console Sharpless fa visita a Madama Butterfly e le legge una lettera del marito nella quale Pirkenton invita la giovane a rifarsi una vita con un altro. Udite queste parole, Madama Butterfly mostra a Sharpless il figlio avuto con il marito, di cui quest’ultimo ignora l’esistenza.

Sharpless avverte Pinkerton dell’esistenza del bambino.

L’americano torna in Giappone, con la moglie che ha sposato negli Stati Uniti, per prendersi il figlio avuto con Madama Butterfly. La giovane geisha, quando vede il marito con la nuova consorte, comprende di essere stata presa in giro: accetta di consegnare il bambino a suo padre e si suicida. Quando Pinkerton va da Madama Butterfly per chiederle scusa la trova morta.

Puccini in quest’opera mostra come l’uomo possa giocare con i sentimenti di una donna e arrogarsi il diritto di strappare il figlio a una madre come e quando vuole. Dall’altro lato, una madre con la M maiuscola può rinunciare a crescere il proprio figlio per farlo vivere nel benessere.

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