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Una delle opere più grandiose che siano mai state realizzate dall’uomo è il canale di Suez.
In questo articolo vi illustrerò il percorso storico di questo imponente progetto.
Il canale di Suez è una testimonianza delle difficili relazioni che per secoli sono intercorse tra Occidente e Oriente, e può essere considerato in qualche modo il “letto nuziale” che consolidò la loro unione. L’Italia diede un contributo essenziale al progetto, non solo perché questo venne ideato da un ingegnere trentino, ma anche perché, raggiunta da poco l’unità nazionale, vide nel canale di Suez un’opportunità per imporsi nei commerci mondiali.
Nel VI secolo a.C. il faraone Necao II ebbe per primo l’idea di costruire un canale navigabile tra il Nilo e il Mar Rosso: la regina Cleopatra, dopo la sconfitta della sua flotta nella battaglia di Azio, tentò di utilizzare il passaggio far tornare le navi superstiti nel Mar Rosso; ma la sabbia del deserto che continuava a ricoprire il canale impedì alle imbarcazioni di procedere.
Anche i Romani, dopo aver conquistato l’Egitto, cercarono di costruire un canale che attraverso il deserto collegasse il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso.
Lo stesso tentativo fu compiuto da Napoleone Bonaparte, che provò a costruire il passaggio durante la campagna d’Egitto. Napoleone era convinto che l’Europa fosse una sorta di “trappola per topi” e che occorresse quindi guardare all’Oriente: la costruzione del canale ne avrebbe permesso il collegamento diretto con l’Occidente. Si arrese tuttavia per i costi che il monumentale progetto comportava.
L’opera non fu quindi portata a compimento, ma in quell’occasione ne venne tracciato il percorso definitivo.
Grazie a Napoleone III e ad alcuni ingegneri italiani, il 25 febbraio del 1859 in Egitto si aprirono i lavori per il canale di Suez.
Per realizzare l’opera accorsero operai da tutto il mondo e si adoperarono i macchinari più innovativi allora esistenti. L’inaugurazione ebbe luogo il 15 novembre del 1869. Durante i festeggiamenti fu messa in scena l’Aida di Giuseppe Verdi.
Si prevedeva che l’apertura del canale avrebbe favorito lo sviluppo commerciale dell’Italia, e che soprattutto il Mezzogiorno avrebbe potuto risollevarsi economicamente. Il porto di Brindisi, in questa prospettiva, doveva diventare la più importante via d’accesso all’Oriente. Il giorno stesso dell’inaugurazione del canale l’Italia comprò la baia di Assab sul Mar Rosso: con il pretesto di farne una base per il rifornimento di carbone, si sperava di potervi installare una stazione mercantile e militare per proteggere il commercio italiano.
L’Inghilterra, che in primo momento aveva fatto ostruzionismo al progetto, ne diventò con il tempo la maggior azionista insieme alla Francia, assicurandosi così il controllo della rotta per le Indie.
Nel 1956 il presidente egiziano Nasser decise di nazionalizzare il canale di Suez, sottraendo a Francia e Inghilterra i profitti spettanti loro in qualità di principali azioniste e utilizzando gli stessi per finanziare la diga di Assuan.
Per riprendere il possesso del canale Francia e Inghilterra si accordarono con Israele: quest’ultimo avrebbe attaccato l’Egitto mentre le due potenze europee sarebbero intervenute come mediatrici per “proteggere” il canale e regolarne la navigazione.
Quando Israele sferrò l’attacco contro l’Egitto, tuttavia, Nasser chiuse il canale, cosicché Francia e Inghilterra non poterono intervenire. Il presidente egiziano, il cui stile di governo era ispirato al socialismo, godeva dell’appoggio della Russia.
Così, la crisi del canale di Suez si concluse quando l’Unione Sovietica minacciò di intervenire al fianco dell’Egitto, e l’ONU, temendo l’allargamento del conflitto, costrinse britannici, francesi e israeliani a ritirarsi dal canale.
Nel 1957 il canale fu riaperto.
Nel 1967 Israele vinse la guerra dei sei giorni contro i paesi arabi e occupò la penisola del Sinai, che si affacciava sulla parte orientale del canale. La decisione di Nasser fu allora quella di chiuderlo nuovamente per impedire che Israele potesse utilizzarlo. Solo nel 1975, con il presidente egiziano Sadat, il passaggio fu riaperto.
Oggi è in atto un progetto di ampliamento del canale di Suez, che mira a raddoppiarlo per far rifiorire l’economia egiziana.