The Collage Post Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay 

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Il 9 settembre 1851 Gustave Flaubert comincia a scrivere il romanzo Madame Bovary, che vuole essere una critica alla borghesia del tempo.

Il 1° ottobre 1856 l’opera viene censurata nelle parti ritenute scabrose.

Il romanzo tratta della giovane Emma che, prima di sposarsi, legge libri d’amore e fantastica su questo sentimento. Quando si sposa con un dottore capisce che la vita coniugale è ben diversa da quella narrata nei libri e così cerca l’evasione distraendosi con vari amanti.

Emma è ben cosciente che le donne non hanno diritto al voto e ad elevarsi culturalmente. L’uomo dispone della vita della moglie e di quella dei figli.

Insofferente a tutto questo, la donna conduce una vita dispendiosa e piena di svaghi sentimentali, decidendo infine di suicidarsi con l’arsenico.

Nel 1857 si apre il processo contro Gustave Flaubert per aver scritto Madame Bovary.

L’accusa mossa a Flaubert è oltraggio alla moralità pubblica e religiosa e al buon costume. Lo stesso anno anche un altro scrittore subisce un processo per le stesse accuse: si tratta di Baudelaire, autore della raccolta di poesie I fiori del male.

Gli intellettuali di quel periodo e la stessa moglie di Napoleone III apprezzano l’opera di Flaubert.

L’accusa afferma che il romanzo è scandaloso perché è colmo di atmosfere erotiche e perniciose per il pubblico femminile.

La difesa sostiene invece la moralità dell’opera perché alla fine la protagonista espia i suoi peccati morendo.

Al termine del processo l’autore non è ritenuto colpevole di offesa alla moralità pubblica ed è esonerato dalle spese del giudizio.

Madame Bovary dovrebbe essere assolutamente letto, così come I fiori del male di Baudelaire

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