
The Collage Post Foto di Klaus Hausmann da Pixabay
The Collage Post
Con l’articolo che segue non intendo giudicare né offendere la sensibilità di nessuno.
Farò solo alcune riflessioni sulla pornografia.
Spesso si fa confusione tra prostituzione e pornografia. Per prostituzione s’intende l’attività di chi offre prestazioni sessuali dietro pagamento di un corrispettivo in denaro, mentre la pornografia è la rappresentazione esplicita di contenuti a carattere erotico e sessuale in diverse forme espressive: letteraria, pittorica, cinematografica e fotografica.
Dalla suddetta definizione si desume che la prostituta non è colei che ha rapporti promiscui con più persone ma chi si fa pagare per concedere rapporti sessuali. La condotta delle pornostar non rientra quindi nella sfera della prostituzione, perché gli attori vengono retribuiti per inscenare dei rapporti tra loro.
Tra le due pratiche c’è una sottile differenza.
Molti attori porno dichiarano: “Io faccio quello che mi piace, non lo farei se non mi piacesse”. È palese, però, che non potrebbero sostenere il contrario perché, se lo facessero, comprometterebbero gravemente il loro fascino di divi nei confronti del pubblico, rischiando di porre fine alla loro carriera. Per tale motivo fanno credere ai fans di desiderare rapporti sfrenati a tutte le ore del giorno.
Ci sono regole non scritte per chi lavora nell’ambiente della cinematografia porno; una di queste prevede che le attrici bianche vengano pagate il triplo per girare scene di sesso con partner di colore.
Sicuramente gli attori porno ricevono compensi ingenti, ma il rischio che corrono è molto elevato a causa di un’assurda regola che, nella maggior parte dei casi, vieterebbe l’uso del preservativo durante le riprese. Per gli attori questo comporta l’esposizione al rischio di contrarre malattie veneree, sebbene siano previsti periodici controlli diagnostici (peraltro effettuati regolarmente solo per l’HIV).
I genitori che hanno figli dagli undici anni in su lamentano che questi, invece di studiare, scaricano materiale pornografico la cui circolazione, a loro parere, andrebbe vietata perché le immagini mostrano esplicitamente atti osceni che ledono il comune senso del pudore, e sarebbero, pertanto, illegali.
In Italia la pornografia tra adulti è legale: non esiste un generale divieto di creazione, acquisto, detenzione o diffusione di immagini oscene. L’illecito si configura solo quando si fa “ostentazione” o divulgazione di tale materiale senza il consenso della persona rappresentata.
La definizione di osceno, la lesione del comune senso del pudore sono concetti del tutto soggettivi, così come la morale, e cambiano a seconda del periodo storico in cui si vive. Pensiamo al topless: tanti anni fa era un reato indossarlo, oggi non più.
Secondo gli psichiatri sarebbe un errore vietare la circolazione di materiali pornografici, perché i loro contenuti svolgono una funzione suppletiva. Il porno infatti viene utilizzato da molti ragazzi come surrogato dell’attività sessuale che, in un dato momento e per svariate ragioni, è venuta a mancare, o che non è ancora stata sperimentata. Il ragazzo, vedendo questi attori mostrare il proprio corpo senza alcuna inibizione, si sente capito, e trova in loro quella comprensione che spesso manca nel rapporto coi genitori, soprattutto se questi vivono male il sesso.
Occorre dire che la fruizione di materiale pornografico può comportare una dipendenza, che però può essere curata con il cosiddetto protocollo multidimensionale, un insieme di azioni diagnostiche e terapeutiche che mira non all’eliminazione totale della porno-dipendenza ma al suo controllo.
È anche per dare il buon esempio ai giovani, principali fruitori dei video porno, che occorrerebbe battersi per l’uso del preservativo durante la lavorazione dei film, oltre che per tutelare il diritto alla salute degli attori e, più in generale, per arginare la diffusione delle malattie veneree.
A causa di una insufficiente educazione sessuale i ragazzi pensano erroneamente che quello rappresentato nei film porno sia il comportamento più idoneo da tenere nella relazione con il partner. Dico erroneamente perché i rapporti messi in scena presuppongono, da parte delle donne, una costante accettazione degli stessi: ovvero l’uomo non viene mai respinto. Soprattutto l’idea del rapporto sessuale in sé è spesso fuorviata da questi video: negli ultimi anni i film porno stanno diventando sempre più violenti; non mancano testimonianze di attori dediti a questo genere di cinematografia che raccontano di aver dovuto interrompere più volte la rappresentazione di scene violente a causa del rigetto che la situazione causava loro.