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The Collage Post

L’esame per abilitarsi ad esercitare la professione forense è una vera e propria prova fisica, anzi una serie di prove estreme, come quelle mostrate nella famosa trasmissione televisiva Mai dire Banzai.

Gli aspiranti avvocati, dopo aver superato tutti gli esami universitari, essere sopravvissuti alla dura pratica di 18 mesi e aver seguito un corso preparatorio specifico, devono, per poter praticare la professione forense, dare l’esame di abilitazione, che consiste in tre prove scritte e una orale.

Alle prove stabilite dal Ministero, tuttavia, se ne aggiungono altre non meno ardue e faticose.

La prima prova che l’aspirante avvocato deve superare è il trasporto del trolley pieno di codici che vanno consegnati, il giorno prima che inizi l’esame, nel luogo dove questo si svolgerà.

La seconda prova consiste nel trovare il banco assegnatogli e nell’incatenare il trolley allo stesso o alla sedia, nonché chiudere bene il lucchetto del trolley perché qualcuno potrebbe voler rubare i codici e rivenderli.

Il giorno delle prove scritte i candidati si presentano davanti ai cancelli alle sette del mattino (anche se i cancelli vengono aperti alle otto) per non essere gli ultimi della coda e avere il tempo di ripassare i segnali convenzionali che consentiranno loro di comunicare con gli altri candidati durante le suddette prove.

Ci si reca al proprio posto e si apre il lucchetto cercando di non rompere la chiave, cosa che spesso accade… in tal caso si chiama l’addetto con le tenaglie.

Successivamente c’è una corsa ai bagni, perché per due ore dall’inizio dell’esame non si può uscire dall’aula.

Durante la dettatura della traccia i candidati sono costretti a trascrivere la medesima come se fossero esperte dattilografe, velocemente e senza soste.

Successivamente, alla stregua della “signora in giallo”, devono saper cogliere gli indizi disseminati nella traccia per arrivare alla soluzione del quesito posto, e mettere in atto una vera e propria caccia al tesoro per trovare la sentenza risolutiva all’interno del codice, cercando nel frattempo di mantenere la calma e la lucidità.

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Passate le due ore dalla dettatura della traccia tutti si recano in bagno per confrontarsi, ma le ipotesi che emergono nello scambio di informazioni sono talmente tante che diventa difficile capire quale sia in realtà la risposta corretta.

E non finisce qui! Una volta terminata la prova bisogna essere così abili da mettere il compito nella busta senza farlo attaccare alla striscia adesiva, cosa che ne provocherebbe l’immediato strappo.

Alla fine delle tre giornate si ripete la prova della valigia ma con percorso inverso.

A giugno vengono pubblicati i nomi di coloro che hanno superato lo scritto e vi posso assicurare che sembra un bollettino di guerra, tanti sono quelli che non riescono a passarlo.

Chi supera lo scritto deve sostenere una dura prova orale, e anche in questa occasione gli aspiranti avvocati verranno decimati.

Durante l’esame orale i candidati devono dare prova di avere nervi d’acciaio e una super memoria, dimostrando di conoscere e ricordare i contenuti di tutte le materie oggetto d’esame. La tensione si taglia con il coltello e basta poco per essere bocciati.

Ma siete sicuri di voler fare gli avvocati?

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